Altro che Svezia...
Leggo e pubblico...vergognandomi profondamente !!!!!!!!!!!
Lunedì 18 Novembre 2013
Carceri, sinistra senza anima
Luigi Manconi
Vito Manciaracina, 78 anni, condannato in via definitiva all’ergastolo, detenuto presso il Centro Clinico del carcere di Bari, affetto da paralisi degli arti inferiori, epilessia e demenza senile. Il 7 novembre scorso, la Procura della Repubblica ha chiesto il rigetto dell’istanza di sospensione della pena o di trasferimento in un’idonea struttura sanitaria. Brian Gaetano Bottigliero, 25 anni, condannato in primo grado a nove anni di reclusione, detenuto nel carcere romano di Regina Coeli. Nel gennaio scorso gli viene diagnosticata un’insufficienza renale cronica. In attesa di un trapianto di rene, è sottoposto a dialisi tre volte alla settimana. Le richieste di termine o quantomeno di attenuazione delle misure cautelari, sono state rigettate dal magistrato competente perché sussisterebbe a suo carico un 'pericolo di fuga’. Vincenzo Di Sarno, 35 anni, condannato in via definitiva, detenuto nel carcere napoletano di Poggioreale, affetto da un tumore al midollo spinale. Gli è stata rigettata l’istanza di scarcerazione per incompatibilità con lo stato detentivo.
Luigi Manconi
Vito Manciaracina, 78 anni, condannato in via definitiva all’ergastolo, detenuto presso il Centro Clinico del carcere di Bari, affetto da paralisi degli arti inferiori, epilessia e demenza senile. Il 7 novembre scorso, la Procura della Repubblica ha chiesto il rigetto dell’istanza di sospensione della pena o di trasferimento in un’idonea struttura sanitaria. Brian Gaetano Bottigliero, 25 anni, condannato in primo grado a nove anni di reclusione, detenuto nel carcere romano di Regina Coeli. Nel gennaio scorso gli viene diagnosticata un’insufficienza renale cronica. In attesa di un trapianto di rene, è sottoposto a dialisi tre volte alla settimana. Le richieste di termine o quantomeno di attenuazione delle misure cautelari, sono state rigettate dal magistrato competente perché sussisterebbe a suo carico un 'pericolo di fuga’. Vincenzo Di Sarno, 35 anni, condannato in via definitiva, detenuto nel carcere napoletano di Poggioreale, affetto da un tumore al midollo spinale. Gli è stata rigettata l’istanza di scarcerazione per incompatibilità con lo stato detentivo.
Le tre vicende qui sintetizzate, che gridano vendetta davanti a Dio e agli uomini, rappresentano altrettanti casi di stridente e crudele incompatibilità tra condizione patologica e reclusione in cella. E si tratta di vicende che, secondo un'opinione diffusa, dovrebbero rappresentare plasticamente quella “disparità nel trattamento” dei detenuti che il caso di Giulia Ligresti avrebbe evidenziato. Le cose non stanno propriamente così. E, infatti, su quelle tre storie di sofferenza e agonia in stato di privazione della libertà qualcuno ha presentato interrogazioni in parlamento, ha sollecitato l’attenzione del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, della magistratura di sorveglianza e dei tribunali e ha informato il ministero della Giustizia. Qualcuno, appunto, solo qualcuno. Eppure sono tre settimane almeno che l’intera polemica sul “caso Ligresti-Cancellieri” ruota intorno alla presunta Ingiustizia Assoluta di un interessamento istituzionale che privilegerebbe solo ed esclusivamente i detenuti “eccellenti” e quelli che vantano importanti relazioni familiari o sociali. Io so che il ministero della Giustizia e il suo attuale titolare, ma anche quello precedente, Paola Severino, in decine e decine di casi non si sono comportati affatto così: e hanno mostrato sollecitudine e hanno operato attivamente a favore di detenuti anonimi, privi di risorse materiali e immateriali, di avvocati e di tutele. Ma su questo già ha risposto e, se crede, risponderà ancora Annamaria Cancellieri. Qui mi preme evidenziare altro. Ovvero il fatto che, se la Ligresti ha ricevuto l'attenzione del ministro e - a seguire - del sistema dell'informazione e del parlamento, Manciaracina, Bottigliero e Di Sarno sono stati ignorati da tutti. E, insieme a loro, sono stati ignorati decine e decine di detenuti che patiscono condizioni assai simili. Per quanto riguarda l'informazione, a parte questo giornale, il Sole 24 Ore, il Manifesto, il Tempo, un articolo del Fatto e il settimanale Tempi, a quelle vite che si spengono in carcere è stata dedicata appena qualche riga nelle pagine locali di alcuni quotidiani. E dai quasi mille parlamentari - mi scuso anticipatamente in caso d'errore – solo una o due interrogazioni. Nessuna, sempre che non mi sbagli, è stata presentata da uno tra i moltissimi deputati e senatori che hanno pensato fosse brillante – forse addirittura esilarante – ripetere ad libitum la genialissima battuta sui “fortunati” che dispongono del telefonino del ministro. E nemmeno hanno presentato agguerritissime interrogazioni o hanno compiuto penetranti visite ispettive tutti quei parlamentari così tanto, ma così tanto “di sinistra”, e così tanto, ma così tanto “dalla parte dei cittadini”. E ovviamente non uno (ma bastava anche mezzo) di quei fichissimi super-garantisti che spuntano come funghi a destra. Si è palesata in tal modo, e fino in fondo, l'ipocrisia un po' oscena di tante parole udite nelle scorse settimane: a conferma del fatto che la pretesa battaglia egualitaria contro i privilegi di Giulia Ligresti dissimulava una assai diversa, e meno rispettabile, pulsione. Non una richiesta di eguaglianza che portasse l'anonimo detenuto, in caso di grave patologia, a ottenere quel trattamento che la legge prevede per lui come per Giulia Ligresti, bensì il livellamento anche di quest'ultima verso l'azzeramento delle garanzie e dei diritti. Per lei come per tutti i Vito Manciaracina d'Italia (per non parlare di quelli che, a loro disdoro, oltre che detenuti sono addirittura stranieri). Post scriptum. Sono decisamente un uomo all’antica. Lo deduco, tra l’altro, dallo stupore che mi coglie nell’apprendere che un connotato di forte identità di una componente del Partito democratico, quella che si vorrebbe di sinistra (ahi, quanti delitti si commettono in tuo nome), sarebbe rappresentato dalla richiesta imperiosa di dimissioni di Annamaria Cancellieri. Tale richiesta, va da sé, verrebbe fatta in nome della “legalità” . Che, poi, un comportamento ritenuto tanto scorretto da richiedere le dimissioni di un ministro, riguardi una detenuta riconosciuta incompatibile e “legalmente” scarcerata, sembra irrilevante; e che, ancora, il ministro sotto accusa sia quello che, forse, più ha fatto per modificare il nostro infernale sistema penitenziario, alla sinistra del Pd sembra interessare poco o punto. Ha ben altro a cui pensare.
Sempre vigili
Cara Iolanda, prima di tutto ti ringrazio del tuo commento nel mio blog!!!
RispondiEliminaParlando del tuo post, sono sgomento di leggere ciò che hai scritto.
Pensiamo sempre che l'Italia sia un paese molto civile!!! ma la giustizia si fa molto desiderare.
Ciao e buona serata cara amica.
Tomaso
L'Italia un paese civile?????????????' Non lo è più da tanto...
EliminaSiamo sicuri che in Italia si rispettano i più comuni diritti umani?
RispondiEliminaNo, Cavaliere...non si rispettano!!
EliminaUpu' e meno male che hai postato 'sto bel video con Murolo e De André perché nel leggere quanto sopra scritto m'era venuta 'na rabbia in corpo per l'ingiustizia che ormai regna sovrana qui in Italia.
RispondiEliminaCaro monticiano...questo paese è da rifare!!!!!!!!!!!
EliminaEppure nelle carceri regna l'ingiustizia!!!
RispondiEliminaSempre vigili!
Pare sia un virus....
EliminaQuestà è l'umanità in un paese la cui casta politica è composta da stolti.
RispondiEliminaCome hai ragione!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
EliminaNon di certo si e dimezzato il ministro cancellieri,ma la cultura di questo paese anzi la maggioranza!!!si e creato un immagine e un dialogo crudele e disumano,voglio dire che aiutare una persona non e peccato tantomeno farlo in altri casi avvenuti nel passato e che verranno nel futuro.Ligresti non si puo sacrificare una donna per la salvezza di molte persone in gravi condizioni,ma nemmeno restare indifferenti in molti casi.La cultura che credo che si e creata e questa,sacrificare un anima per la salvezza di molti altri uomini e donne o magari del mondo!si potrebbe anche essere daccordi se il sacrificio servirebbe a salvare il mondo,ma se saremmo consapevoli che quel sacrificio sarebbe inutile alla societa e impediremmo la sua morte sarebbe una vittoria per lo Stato e dei cittadini.Ma il senso di questa societa se pur civile mi e sembrata piu una sconfitta della buona fede,il pericolo e che il messaggio che traggo e il disprezzo della vita umana e l odio tra culture diversi e mondi diversi,in altre parole ho tutelare tutti o nessuno.Forse la Politica ha perso le sue funzioni di garantista e tutela dei cittadini,oppressa giustamente dalla disperazione dall opinione pubblica che in molti casi credo che perde completamente la ragione di ogni dialogo e riflessioni,ma la politica se pur in buona fede e parte di minoranza segue la maggioranza e con lei la sua cultura e interesse di tutelare una posizione in questa societa se pur disinformata e strumentalizzata da ogni parte politica quindi il detto vinca il piu bravo(vinca il piu furbo)facendo prevalere tutte le ingiustizie e tutelando i stratagemmi politici elettorali sacrificando la societa civile.
RispondiEliminaOccorre tornare alla vera politica,quella con la P maiuscola!!!!!!!!!!!!!!!!
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