FRAGOROSO SILENZIO

domenica 18 marzo 2012

Il ministro Monti e...L’Aquila...




“Essere ciò che siamo e divenire ciò che siamo capaci di divenire è l’unico scopo della vita. Non si piange sulla propria storia, si cambia rotta”Spinoza

Ecco ci risiamo...il governo è tornato a L’Aquila...
Siamo tornati agli altari sontuosi?????????
La cronaca...
Ieri Monti e tre dei suoi ministri Barca,Cancellieri e Profumo sono stati a L’Aquila, un’altra passerella come quelle opportunamente orchestrate dopo il terremoto del 6 Aprile ?
Di certo andando in giro per la città se si aspettavano rumori infernali di martelli pneumatici, di ruspe protese sui tetti di palazzi o betoniere che alacremente impastavano cemento, sono rimasti delusi...perchè a tre anni dalla terribile scossa tutto tace, tutto è uguale a quei giorni, case sventrate, divani che si vedono nelle case abbandonate, erba nata tra le pietre dei vicoli,cani randagi e tanto, tanto silenzio!!!!!!!!!!
Tutto si sa e niente si sa...come i tanti soldi spesi, come i tanti finanziamenti andati dove non si capisce...
Tempo fa il corriere ha pubblicato alcune notizie che riporto...

“Si sa quanto fu speso per gli accappatoi dei Grandi nei tre giorni del G8: 24.420 euro. Quanto per ciascuna delle «60 penne in edizione unica» di Museovivo: 433 euro per un totale di 26.000. Quanto per 45 ciotoline portacenere in argento con incisioni prodotte da Bulgari per i capi di Stato: 22.500 euro, cioè 500 a ciotolina. Quanto per la preziosa consulenza artistica di Mario Catalano, lo scenografo di Colpo grosso chiamato a dare un tocco di classe, diciamo così, al summit: 92 mila euro. Quanto è stato speso in tutto, però, come detto, non lo sanno ancora neanche gli esperti («Avremo le idee chiare a metà marzo», confida Barca) messi all'opera da Monti.
Come quei 3 milioni di euro stanziati dall'ex ministro Mara Carfagna per un centro antiviolenza, che invece sarebbero stati dirottati un po' per i lavori della Curia e un po' per la struttura della consigliera di parità della Regione. O ancora i due milioni messi a disposizione dall'ex ministro della Gioventù Giorgia Meloni per un centro giovani, milioni che secondo il sindaco sarebbero chissà come evaporati.
Per non dire delle chiacchiere intorno a una struttura nuova di zecca tirata su mentre tanti edifici d'arte sono ancora in macerie: il San Donato Golf Hotel a Santi di Preturo, pochi chilometri dal capoluogo. Sessanta ettari di parco in una valletta verde, quattro stelle, conference center , centro benessere... Inaugurato a ottobre con la benedizione di Gianni Letta, ha scritto abruzzo24ore.tv , «è meglio noto come l'hotel di Cicchetti». Vale a dire Antonio Cicchetti, ex direttore amministrativo della Cattolica di Milano, uomo con aderenze vaticane, stimatissimo da Chiodi e Letta nonché vicecommissario alla ricostruzione.

Ma il resort è qualcosa di più d'un albergo di famiglia. Nella società che lo gestisce, la Rio Forcella spa, troviamo parenti, medici di grido, uomini d'affari. E molti costruttori: il presidente dell'Associazione imprese edili romane Eugenio Batelli, Erasmo Cinque, la famiglia barese Degennaro... Ma anche la Cicolani calcestruzzi, fra i fornitori di materiali per il post terremoto e una serie di imprenditori locali. Come il consuocero di Cicchetti, Walter Frezza, e suo fratello Armido, i cui nomi sono nell'elenco delle ditte impegnate nel progetto C.a.s.e. e nei puntellamenti al centro dell'Aquila: per un totale di 23 milioni. Appalti, va detto, aggiudicati prima della nomina di Cicchetti. Però... Né sembra più elegante la presenza, tra i soci del resort, dell'ex vicepresidente della Corte d'appello aquilana Gianlorenzo Piccioli, nominato un anno fa da Chiodi consulente (60 mila euro) del commissariato.
Il risultato di tanti impicci è paradossale: in una città da ricostruire i costruttori mettono gli operai in cassa integrazione e licenziano i dipendenti. E quello che doveva essere il motore della ripresa è fermo. L'opposto esatto di quanto accadde in Friuli, esempio accanitamente ignorato a partire dal coinvolgimento dei cittadini. Il Friuli si risollevò per tappe: prima in piedi le fabbriche, poi le case, poi le chiese. Qui le fabbriche non hanno visto un euro, il miliardo promesso per rilanciare le attività è rimasto in cassa e l'economia è allo stremo. Si è preferita la strada della Protezione civile, del commissario, degli effetti speciali assicurati dalle C.a.s.e. spuntate come funghi dopo il sisma. Quelle con le «lenzuola cifrate e una torta gelato con lo spumante nel frigorifero».”corriere.it

Il ministro Monti ha dichiarato :” Non me l’aspettavo così”...
Non si vuole sapere...Non ci si interessa...non ci si informa...
Intanto gli aquilani hanno chiesto... non la luna, ma case, lavoro,spazi sociali,una veloce riapertura del centro storico e quindi di tutte le attività commerciali che davano vita alla città...visto che la disoccupazione è arrivata a record storici...
Occorre cambiare rotta per L’Aquila e lavorare seriamente...far finire questo Far West!!!








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