FRAGOROSO SILENZIO

venerdì 27 aprile 2012

Ministro Monti,c’era una volta...la cultura.

Ama la cultura,adorala, lusingala. Ti dimostreranno che non serve a niente. E’ quello il momento in cui si mostrerà divina.( Anonimo) Se così avessimo fatto,voi non avreste ragion d’essere,non sareste al governo! E sì, caro ministro, l’assenza di cultura spiega questa politica come luogo di potestà, come terra in cui il primo che intercetta il disorientamento dell’uomo comune diviene un eroe,un “curatore di anime alla deriva”. E allora si grida al populismo, all’antipolitica come i mali da combattere in nome della democrazia... Non è populismo né antipolitica...è disincanto, è rabbia, è impotenza di fronte a un mal costume diffuso e impietoso che fa suicidare cittadini seri e lavoratori, che affama il popolo sovrano che sovrano non è più... Non c’è stato governo che abbia compreso come la cultura potesse dare una marcia in più al paese e tanto meno questo governo...il più silente di tutti!Qualche sera fa il ministro Grilli ha sottolineato come sia necessario ridurre le spese nel pubblico,scuola,sanità,spesa pubblica...non specificando che per pubblico si intende il “carrozzone” che questo governo non ha avuto la forza di smantellare...e non è la scuola o la sanità che risolvono il problema del paese perché non ci sono sprechi,non ci sono altri tagli da fare se non chiudere definitivamente... Il risultato? Tutti ignoranti e malati...tutti senza forza per ribellarsi alle decisioni forcaiole del potere... Potere che così sopprime le libertà... E’ con la cultura che si regola l’esercizio del potere di chi è rivestito di funzioni pubbliche, è con la cultura che si è liberi, che si pretendono i diritti inviolabili e costituzionali, perché si conoscono e se ne comprende l’importanza... E’ con la cultura che si smaschera la verità, si difende e si applica la giustizia, che si demoliscono le disuguaglianze... Non è ideologia è lettura della realtà che ci circonda e che a nessun governante interessa... Conoscenza, istruzione, formazione,educazione, competenza,flessibilità mentale...parole chiave per un futuro che dobbiamo costruire in uno stato “civetta”, dove seduzione e menzogna sono considerate strumenti per avere successo,sono viste con indulgenza dai più. “...un regime dell’inganno e della corruzione. Anzi un regime che seduce con l’apparenza per dissimulare una cosa repulsiva:il governo consegnato alla parte peggiore degli esseri umani”. Così si legge in “La felicità della democrazia”, un dialogo, di Zagrebelsky... Una fotografia impietosa e molto veritiera dell’oggi. Tutto questo perché sulle ali dell’indifferenza dei più quella parte peggiore degli esseri umani si è appropriata della nostra aspirazione all’essere felici,all’essere partecipativi,all’essere e non all’apparire. Così si sono alimentate le solitudini private;questa è la potenza della politica della suggestione... Occorre invertire la pratica di considerare le risorse destinate alla cultura come risorse inutili,come ultima priorità degli interventi in questa crisi. Quando si parla di cultura si parla per esempio di promozione dell’arte e della musica,degli investimenti in capitale umano,dell’istruzione e dell’educazione. Una visione a 360 gradi del futuro di questa società che annaspa nel divenire e che,forse, non ci fa comprendere quanto ci sia costato in termini di crescita civile assistere per anni alle cene di Berlusconi, alle canottiere di Bossi, alle feste,alle vacanze dei governanti dissipatori dei soldi pubblici...tanto che oggi ci sembra quasi positiva la falsa “sobrietà” del governo attuale...Non abbiamo “letto” correttamente ciò che accadeva nel mondo perché imbrigliati in altre “suggestioni”, suggestioni popolane e stravaganti... così oggi vedere che il primo ministro non fa le corna ci appare come cosa buona e giusta... E’ proprio di fronte a simili soggetti,a metà strada tra l’essere teatranti incapaci, cultori della disperazione dei più,spacciatori di illusioni pericolose e fuorvianti che si innalza l’urlo di dolore di chi chiede lavoro, sicurezza,diritto alla vita... Qualche tempo fa ho letto le parole di Ilvo Diamanti, docente presso l’Università di Urbino:"Cari ragazzi e ragazze, cari giovani: studiate. Soprattutto - anche se non solo - nella scuola pubblica. Ma anche quando non siete a scuola. Quando siete a casa vostra o in autobus. Seduti in piazza o ai giardini. Studiate. Leggete. Per curiosità, interesse. E per piacere. Per piacere. Anche se non vi aiuterà a trovare un lavoro. Tanto meno a ottenere un reddito alto. Anche se le conoscenze che apprenderete a scuola vi sembreranno, talora, in-attuali e im-praticabili. In-utili. Nel lavoro e anche fuori, spesso, contano di più altre "conoscenze" e parentele. E i media propagandano altri modelli. Veline, tronisti, "amici" e "figli-di"... Studiate. Gli esempi diversi e contrari sono molti. Non c'è bisogno di rammentare le parole di Steve Jobs, che esortava a inseguire i desideri. A essere folli. Guardatevi intorno. Tanti ce l'hanno fatta. Tanti giovani - intermittenti e flessibili - sono convinti di farcela. E ce la faranno. Nonostante i giovani - e le innovazioni - in Italia facciano paura. Studiate. Soprattutto nella scuola pubblica. Anche se i vostri insegnanti, maestri, professori non godono di grande prestigio sociale. E guadagnano meno, spesso molto meno, di un artigiano, commerciante, libero professionista... Anche se alcuni di loro non fanno molto per farsi amare e per farvi amare la loro disciplina. E, in generale, l'insegnamento. Anche se la scuola pubblica non ha più risorse per offrire strumenti didattici adeguati e aggiornati. Anzi, semplicemente: non ha più un euro. Ragazzi: studiate. Nella scuola pubblica. E' di tutti, aperta a tutti. Studiate. Anche se nella vita è meglio furbi che colti. Anzi: proprio per questo. Per non arrendersi a chi vi vorrebbe più furbi che colti. Perché la cultura rende liberi, critici e consapevoli. Non rassegnatevi. A chi vi vorrebbe opportunisti e docili. E senza sogni. Studiate. Meglio precari oggi che servi per sempre."------ Studiare, leggere, interessarsi, informarsi consapevolmente per volare sulle ali della libertà, per avere flessibilità; una flessibilità intesa come dinamicità,apertura al futuro,disponibilità ad accogliere il nuovo,a mettersi in gioco e a cambiare, questa è la prima urgenza, necessità che non può essere più disattesa... Abbiamo bisogno di cultura : “ la cultura non è un gioco fine a se stesso,non è una divagazione dalla vita,dai suoi problemi e anche dalle sue bassure; non è il vuoto privilegio di chi può permettersi di parlare della vita degli altri senza viverla lui stesso. E’ l’assunzione di una pesante responsabilità. Può essere, anzi deve essere “militante”... “La felicità della democrazia”, un dialogo, di Zagrebelsky... Sir Isaac Newton diceva che se raggiungiamo qualcosa di valido,è perché stiamo sulle spalle di giganti che sono venuti prima di noi...la cultura ci fa tornare su quelle spalle!