FRAGOROSO SILENZIO

domenica 13 marzo 2016

Papà stai zitto..






A due giorni dal racconto raccapricciante del delitto,i papà dei responsabili parlano dei loro rampolli come di ragazzi per bene,buoni e intelligentissimi. E poi parlano di sé; parlano dei loro sforzi di appartenere ad una società inclusiva, riconoscente del loro operato.
Avrei preferito che fossero rimasti zitti. Avrei preferito che avessero chiesto scusa alla famiglia di Luca e prima ancora a Luca stesso, vittima di una ferocia atavica.
Avrei preferito che i due papà non avessero mostrato un ego così strabordante da intimorire i più, da farli dubitare,quasi da spostare l’attenzione dalla ferocia mostrata dai pargoli alla loro capacità di educare che in qualche modo non ha funzionato nonostante lo sforzo costante.
Avrei preferito non vederli; loro e gli avvocati pronti a spiegare l’impossibile.
E non perché le colpe dei figli devono o non devono ricadere sui genitori,come ha detto qualcuno,ma perché sono convinta che i genitori, in un rapporto sano,devono essere al “fianco”dei figli, un passo indietro,e non davanti sempre e comunque. Specialmente di fronte a un delitto così atroce.
No, i genitori non devono difendere ad oltranza i propri figli;non si deve scambiare l’amore per un figlio con qualcosa di possibile a tutti i costi, specialmente quando questi sono persone adulte. Queste  persone hanno 30 anni e quindi sono adulti.
Essere adulti vuol dire avere una propria identità ben definita; vuol dire avere capacità di ragionamento, di distinzione tra bene e male; vuol dire anche sganciarsi da quella “educazione”familiare che, sicuramente mantiene in noi paletti fondamentali, ma che fa  posto alle nostre idee, al “nostro” vedere e sentire.
Avrei preferito sentir parlare della storia di Luca che, pur nella sua breve vita ne ha “ passate” tante, dall’adozione alla malattia,all’incontro con questi soggetti mostruosi. Soggetti malati nell’animo, deviati nell’essere soggetti sociali; soggetti che uccidono per vedere” l’effetto che fa”,senza movente se non quello del “ nulla umano”. Avrei preferito non ascoltare le dichiarazioni di questi “buoni ragazzi” che mostrano un’assenza di valori pari a un deserto desolato; avrei preferito non ascoltare quei particolari atroci, quelle infamie compiute sul corpo di un giovane di 23 anni. Luca non può raccontare più nulla, non della sua vita,non delle sue speranze, né dei suoi sogni; si sono arrogati il diritto di farlo tacere per sempre.
Avrei preferito non ascoltare tutto ciò, non parlare di voi.
Avrei preferito non dire: Oh mio Dio!!!
Avrei preferito non sapere come un ragazzo così giovane fosse diventato oggetto del vostro godimento, un mezzo per mettere in pratica la vostra efferatezza,la vostra visione malvagia del mondo.
E,ciò che mi sconvolge,è che questi giovani non mostrano alcuna vergogna a raccontare quanta sofferenza abbia provato Luca,né di come si sono addormentati accanto al cadavere.
E sì, ci vogliono le perizie psichiatriche,ma non per assolverli da tanta crudeltà,bensì per punirli adeguatamente. Forse.
Avrei preferito non sapere,così come hanno dichiarato,di quel desiderio proibito di “far mele” a qualcuno…
La “lucida”ideazione, pianificazione ed esecuzione dell’omicidio, ci narra la loro perversione,la loro miseria umana,una miseria ,forse, dovuta a una vita borghese senza impegni,senza responsabilità civili e personali, senza sentimenti di pietà ,mossa solo da un desiderio malvagio e crudele.
E’ come se la violenza, l’abuso di droga,il non rispetto di regole, fosse una realtà fatta di quei selfie che mostrano facce sorridenti, petti villosi, espressioni appaganti…ma la realtà è ben altra cosa.
La realtà è che una famiglia piangerà a vita un figlio,non avrà più il rumore dei passi per casa,l’odore di un giovane intorno,i sogni da realizzare. Chi ha il diritto di distruggere tutto ciò?
Questi giovani si sono assunti questo diritto, togliere la vita ad un altro essere umano e condannare una famiglia al “nulla eterno”.
E’ tempo di porci delle domande importanti, di chiederci quale sentiero perverso ha imboccato questa nostra società,quanto siamo corresponsabili di tanta ferocia,quanto ci adoperiamo per la costruzione di una società rispettosa dell’altro. E’ inutile indignarsi con chi grida alla pena di morte o con chi sostiene che la droga è l’attenuante e non l’ aggravante,è tempo di fermarsi, riflettere e ri-disegnare il cammino dell’umanità perché è in questa solitudine esistenziale che i mostri trovano di che cibarsi.

Sempre vigili