FRAGOROSO SILENZIO

giovedì 1 dicembre 2011

Ma perchè ci penso?




Aumentano le tensioni e le preoccupazioni sul proprio futuro personale e professionale perché con l’esplosione della crisi tutti i nodi sono venuti al pettine.
La nave non cambia rotta per uscire dalla spirale, le riforme strutturali eque stentano, si ripropongono ricette antiche che non ci hanno salvato e che “affamano” i più. Si spendono parole, tante parole, pochi i fatti concreti e costruttivi...Cambia lo stile non la sostanza...
E’ necessario modificare questa società...perchè...

... la mondializzazione dell’economia, la globalizzazione dei mercati,lo sviluppo inesorabile delle tecnologie, la velocità delle informazioni e il loro costante aumento sono le caratteristiche fondamentali di questi decenni. La sfida è saper gestire correttamente e consapevolmente tutto ciò. Di contro continueremo ad avere una società dell’informazione e non della conoscenza,una società basata sull’accettazione apatica e non critica.
Nella società della conoscenza, le conoscenze sono il fondamento dell’economia e dello sviluppo sociale, infatti gli individui realizzano la loro libertà e la loro autonomia, sulla capacità di accedere ai saperi, alle competenze, all’ apprendimento e quindi sulla possibilità di sviluppare tali competenze.
Conoscere,apprendere e saper utilizzare le proprie conoscenze diventano parole “piene” che permettono di mettere a nudo i caratteri specifici delle moderne società e delinearne il futuro.
Per lavorare significativamente verso questo traguardo è obbligatorio considerare le persone come “risorse umane”, come il nuovo capitale del paese e impegnarsi seriamente perché l’istruzione non sia a tempo bensì permanente.
Quindi è necessario un cambiamento radicale dell’idea di istruzione per essere al passo del nuovo tempo.
La scuola è chiamata a svolgere un ruolo centrale nel processo dell’istruzione permanente, un percorso diverso da quello messo in atto in questi ultimi decenni dai vari Centri Territoriali che hanno svolto un ruolo sì necessario e propositivo, ma non esaustivo.
E’ la scuola che deve aprirsi a nuove categorie come: creatività, l’internazionalità, l’interistituzionalità,l’intersocialità...ma questa scommessa è tutta da giocare perché oggi la scuola vive una situazione di difficoltà e di disinteresse da parte dei governanti,degli addetti e non solo. Occorre prendere in esame i nuovi soggetti della formazione, promuovere l’innovazione e la valorizzazione delle diversità, attivare un ripensamento globale e radicale della pedagogia e della didattica per sperimentare “nuove” didattiche, efficaci e significative. Solo in questo modo si aiuteranno i giovani nella ricerca della propria identità e ad orientarsi nel vasto mondo contemporaneo. E’ necessario guardare la scuola come un luogo in cui interagiscono più persone le cui identità sono in continua evoluzione, un luogo dove l’identità personale si costruisce in modo relazionale e si struttura gradualmente nel tempo in una quotidianità ricca di affettività. Accanto a percorsi strutturati e formali,pertanto, è importante promuovere attività volte ai vari piani della vita affettiva, per imparare a riconoscerla e comprenderla. E’ un compito complesso che rende necessario e indispensabile non solo un’ampia formazione iniziale ma una “formazione permanente” dei docenti che deve avere un ruolo primario per le strategie di cambiamento e per la qualità del sistema formativo.
Per anni,invece, l’obiettivo principale dei vari corsi di formazione è stato la diffusione di modelli e strategie che l’amministrazione intendeva istituzionalizzare e non una formazione finalizzata a migliorare la qualità dei docenti con percorsi efficaci e rispondenti alle loro richieste...di cui la più pressante è sempre “sviluppare la professionalità”. Quindi occorre maggiore attenzione alla “centralità” della domanda dei docenti per una tipologia formativa finalizzata alle aree tematiche privilegiate indicate dai docenti stessi.
Non a caso una “buona” formazione deve saper creare sinergie tra la realtà esterna e la realtà interna alla scuola, tra i cambiamenti imposti da “fuori” e le innovazioni che derivano dal desiderio di crescere.
Dunque obiettivo fondamentale è creare le condizioni per cui ciascun docente possa dare pieno sviluppo alla sua professionalità in modo da contribuire costruttivamente allo sviluppo del sistema formativo .
Ciò comporta un profondo cambiamento teorico ed operativo nel campo dell’educazione permanente , cambiamento che promuova una dimensione strategica della formazione che si traduca in opportunità di apprendimento in diverse sedi e in un percorso di continuum di vita, professionalità e carriera in una progettualità fattiva e spendibile nella realtà scolastica.
Ci devono essere tempi garantiti dedicati alla formazione perché insegnanti “esperti” sono una risorsa non solo per il sistema formativo in quanto dispongono di un patrimonio di conoscenze e di competenze da spendere anche per la realizzazione di una società più consapevole.
La scuola è sempre di più sollecitata ad assumere impegni nuovi e con atti decisionali che spesso sono molto distanti dal passato, ma che colgono pienamente il presente e il futuro. La capacità di orientarsi correttamente, di leggere in profondità i diversi fenomeni, di affrontare i problemi, dipenderà dalla preparazione dei docenti che quotidianamente non si lasciano distrarre dalle parole dette dai più, parole che spesso alimentano la confusione, l’ambiguità,che scompaiono e ricompaiono, si modificano in nome di
“ sospette” riforme,parole che si svuotano e rischiano di perdere di senso, seminando incertezze. I docenti però non seguono la “moda”, mettono in campo la loro professionalità a tutela specifica degli alunni e non per l’esistenza dell’art. 34 della Costituzione ma perché questo è il loro compito primario.
Questo è solo un aspetto del fermento che c’è all’interno della scuola, un mondo che da sempre è stato una fucina di idee, idee che sistematicamente sono state affossate dai diversi ministri succeduti alla direzione dell’Istruzione, idee “rubate” da altri paesi ma boicottate nel nostro in nome dei tagli.
Tagli che hanno demoralizzato i docenti, che hanno reso sempre più difficile il lavoro quotidiano, che hanno favorito l’impoverimento delle scuole, che hanno cancellato l’attività progettuale che promuoveva l’arricchimento della formazione,che non permettono attività finalizzate alla piena realizzazione della personalità di ciascuno. Si è tornati ad una scuola ad un binario solo, sono stati tagliati tutti gli altri...e nonostante tutto i docenti continuano a far vivere la scuola, a volte arrampicandosi sugli specchi, a volte facendo ricorso a tutta la creatività posseduta, sempre di più gratuitamente purchè gli alunni “vivano” positivamente il tempo scolastico e diventino liberi cittadini...
Fino a quando??????????
L’età media dei docenti è molto alta,sono spesso dei vecchi “giovani” che non conoscono il termine “scialla” o “ vaporizzati”...
E dovremo resistere fino a 65 anni...e oltre!
Cosa racconteremo agli alunni? Come ci vedranno? Come riusciremo ad essere in sintonia, in empatia con loro?
Come riusciremo a leggere in chiave futuristica i diversi problemi? Come faremo a rispondere anche fisicamente alle loro richieste? Con la forza dei nonni?
La “resistenza” ha un limite...
Sempre vigili

domenica 27 novembre 2011

Italia,Italia...e tutto naufraga...











Morti e dispersi ieri sera nelle acque brindisine per il naufragio di un barca a vela ...Gloria, di 12 metri, partita cinque giorni fa dalla Turchia con a bordo circa 70\80 persone... migranti cingalesi, afghani e pakistani, tutti uomini e tra questi quattro minorenni tra i 16 e i 17 anni. La barca a vela, battente bandiera americana, si è incagliata sulla scogliera e rovesciata mentre tentava di approdare clandestinamente sulle coste pugliesi. I soccorritori hanno tratto in salvo 39 persone.
Uno dei sopravvissuti si chiama Hussein...

“«Sedici anni, sedici anni». Puoi chiedere qualsiasi cosa ad Hussein. Ma lui risponde sempre così. «Sedici anni, sedici anni». Le uniche due parole che sa dire in italiano.
L'ultima difesa rimasta a questo gruppo di migranti ragazzini scampato alla morte attraversando il mare in cerca di futuro. Due parole imparate a memoria prima di partire, perché chi è minorenne può chiedere di restare anche se non ha i documenti in regola. E stavolta qualche minorenne c'è per davvero”.
"Sarebbero almeno una decina" i morti del naufragio di un barcone di immigrati che si è rovesciato al largo di Brindisi nel tardo pomeriggio. Lo dice Fabiano Amati, coordinatore protezione civile della regione, secondo cui “i morti sarebbero una decina” e una settantina i sopravvissuti. Ma la confusione è estrema, anche perchè non si sa quanti migranti fossero effettivamente sull’imbarcazione, e perchè numerosi, forse una trentina, hanno raggiunto la terraferma da soli.”

Il sogno Italia, per i dispersi, si è infranto in quegli scogli, in quelle acque gelide di una notte cupa e ventosa...
Una vera beffa per chi non ce l’ha fatta, un destino iniquo e ingiusto ha spazzato le loro vite e le loro speranze...
Hanno attraversato il mare pagando i trafficanti di uomini, stretti “disumanamente”,fiduciosi di trovare un futuro migliore, un futuro senza fame...
Ma un vento “cattivo” ha seminato paura, disperazione e morte...
Doveva essere l’alba, l’alba di una nuova vita e invece un buio freddo e assassino ha inghiottito vite,storie umane...
Cosa avranno pensato quegli uomini quando le acque gelide li hanno sopraffatti, quali immagini di persone care, quali ricordi di momenti dolci vissuti si sono sovrapposti nella loro mente come in un film di altri tempi?
Oggi, per tutti gli uomini, è un’alba “nera”...


I trafficanti di uomini...sono Uomini??????
“In nessun luogo al mondo,
né in cielo,né in fondo al mare,
né nelle più remote gole montane,
puoi sottrarti alle conseguenze
del male che hai fatto”
( Dhammapada)

Sempre vigili