FRAGOROSO SILENZIO

domenica 17 maggio 2015

Gli insegnanti tracciano la rotta...


Leggo e pubblico!!!!!!!!!!!!



di Rosaria Gasparro*
Chi insegna è disponibile al nuovo e all’imprevedibile. Sa che è nella relazione con gli altri, nella sua capacità di essere nell’inizio delle cose, nel mettersi in ascolto (empatico, attivo, profondo), nello scoprire e nel decidere insieme, che si gioca la sua umanità e il suo essere credibile come essere umano e come insegnante. Sa che prima di in-segnare qualcosa, deve lasciarsi segnare dagli sguardi, dalle voci, dai pensieri e dai bisogni dei suoi alunni.
Chi insegna fa in modo che i ragazzi che gli vengono affidati diventino consapevoli del proprio potere, del proprio potenziale; il suo è un lavoro di capacitazione per aiutare ad essere e a fare, e ad essere felici. Sa che la rotta si traccia insieme e che la conoscenza è un capolavoro collettivo, una ragion pratica che coltiva pensieri e sentimenti di ciascuno.
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Per questo i maestri non fanno proclami, non affermano in modo perentorio principi e verità, sanno che devono continuare a imparare per lavorare. Per questo i maestri siedono poco in cattedra e si curvano all’altezza dei bambini per accompagnarliPer questo diffidano delle lezioni frontali che nessuno può interrompere, perché i maestri in carne e ossa in ogni momento sono interrotti: per le domande che emergono, per i chiarimenti, le critiche, le opinioni diverse, per confrontare e confutare. Per questo usano il dialogo, sa lo usava anche Socrate – quello maieutico – per aiutare ognuno a partorire la propria verità. Usano la didattica laboratoriale e la classe capovolta in cui sono gli allievi a insegnare. Sanno che chiunque lo voglia fare deve studiare, studiare e ancora studiare, approfondire, ricercare, amareNon parlano di ciò che non conoscono ma vengono narrati e guardati ogni giorno, attraverso gli strumenti pervasivi e le banalità del potere, che non ne sa di scuola se non per luoghi comuni, imbarazzante superficialità e volontà di distruzione di un bene comune.
Gli insegnanti sono trattati come asini, su cui si caricano tutti i pesi e i problemi del sociale devastato, che continuano con ostinazione a mandare avanti la loro scuola nonostante gli stipendi poveri, il dileggio e le bugie di chi li governa. Asini a cui bisogna ripetere la lezione perché non vogliono impararla. Ma gli asini, come si sa, tirano calci e quando sono maestri non sono disposti ad essere legati dove vuole il padrone, perché è proprio il padrone che non vogliono.
Don Milani diceva che il maestro deve essere per quanto può profeta, devescrutare i «segni dei tempi», indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi vediamo solo in confuso. Bene, noi insegnantiabbiamo scrutato molto bene i segni di questo tempo e vediamo chiaro già oggi le cose orribili del domani se il Disegno di legge scuola passerà, per questo rinviamo al mittente la sua lettera.
Ci sono tanti modi per insegnare, per questo le dedico i versi di Danilo Dolci, un vero grande Maestro, perché Lei Presidente, nel suo video, ha scelto il modo peggiore:
“C’è chi insegna
guidando gli altri come cavalli
passo per passo:
forse c’è chi si sente soddisfatto così guidato.
C’è chi insegna lodando
quanto trova di buono e divertendo:
c’è pure chi si sente soddisfatto
essendo incoraggiato.
C’è pure chi educa, senza nascondere
l’assurdo ch’è nel mondo, aperto ad ogni
sviluppo ma cercando
d’esser franco all’altro come a sé,
sognando gli altri come ora non sono:
Ciascuno cresce solo se sognato”.
Per cortesia ci liberi dall’incubo della sua scuola che è buona solo per Lei.

Sempre vigili