FRAGOROSO SILENZIO

sabato 6 marzo 2010

La libertà è un virus...voglio essere contagiata!



“Se gli editori e i direttori fanno di tutto per sottrarre alla stampa alcuni argomenti,non è per paura di essere perseguiti,ma per timore dell’opinione pubblica. In questo paese la viltà intellettuale è il peggior nemico che uno scrittore o un giornalista debba affrontare(…).Le idee impopolari si possono mettere a tacere,e i fatti inopportuni si possono tenere all’oscuro,senza bisogno di nessun bando ufficiale.(…) Ma lo stesso tipo di velata censura opera anche su libri e periodici,come sul teatro,il cinema,la radio. Per ogni dato momento c’è un’ortodossia,un corpo di idee che,presumibilmente,tutti i benpensanti accetteranno senza batter ciglio. Non è espressamente proibito dire questo o quest’altro,ma non “va fatto”…(…)Una opinione che vada veramente controcorrente,non ottiene quasi mai la giusta considerazione,né sulla stampa popolare né su quella intellettuale.

Ora, quando si chiede la libertà di parola e di stampa,non si chiede libertà assoluta. Finchè ci saranno società organizzate,vi deve sempre essere, e in ogni caso vi sarà sempre, un certo tipo di censura. Ma la libertà, come disse Rosa Luxemburg,è “libertà per l’altro”.(…)

Se la libertà intellettuale,che senza dubbio è stata una delle caratteristiche della civiltà occidentale,significa davvero qualcosa,vuol dire allora che ognuno avrà diritto a esprimere e a pubblicare ciò che secondo lui è la verità…(…)E’ proprio chi dovrebbe soprattutto salvaguardare la libertà,cioè l’intellighenzia letteraria e scientifica,che sta cominciando a disprezzarla in teoria come in pratica….(…).

Se si ama la democrazia si devono combattere i suoi nemici con non importa quali mezzi. E quali sono i suoi nemici?Risulta sempre che non sono soltanto quelli che la attaccano apertamente e consapevolmente,ma coloro che “obiettivamente” la mettono in pericolo con la diffusione di dottrine sbagliate.(...)

Conosco bene tutti gli argomenti contro la libertà di pensiero e di parola,gli argomenti che affermano che non può esistere e quelli che dicono che non dovrebbe esistere. Rispondo semplicemente che non mi convincono e che la nostra civiltà nell’arco di quattrocento anni si è basata sull’avviso opposto.

Se libertà vuol dire veramente qualcosa,significa il diritto di dire alla gente quello che la gente non vuol sentire. La gente comune approva ancora vagamente questa idea e in base ad essa agisce”

George Orwell,1943

« Chiunque ha il diritto alla libertà di opinione ed espressione; questo diritto include libertà a sostenere personali opinioni senza interferenze ed a cercare, ricevere, ed insegnare informazioni e idee attraverso qualsiasi mezzo informativo indipendentemente dal fatto che esso attraversi le frontiere »

( Dichiarazione Universale Dei Diritti Umani )


« Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.(…)

(Art.21 della Costituzione)

Ci sono diversi modi per uccidere la libertà d'informare e di comunicare. L'ultimo, escogitato dal nostro governo, è di regime…

Contro l'oscuramento della legalità repubblicana e contro ogni bavaglio è necessaria una risposta unitaria capace di andare ben al di là dei confini di parte PERCHE' NOI....

Noi vogliamo sentire…Noi vogliamo sapere…

E per sapere dobbiamo comprare dei libri,quei pochi quotidiani ancora liberi,navigare in Internet alla ricerca di notizie in quei siti ancora liberi…

Questo perché …Padrini e padroni decidono cosa dobbiamo e possiamo sapere…

Io non voglio avere né padrini né padroni…voglio sapere!!!!!!!!!!!!!

Sempre vigili

domenica 28 febbraio 2010

La rivolta delle carriole.....

E così gli aquilani hanno deciso di fare da soli…di caricare quelle tonnellate e tonnellate di macerie e toglierle dalle strade,piazze,vicoli…

Macerie che a distanza di 11 mesi dal terremoto sono ancora lì…come a ricordare l’incapacità di chi all’Aquila è andato a fare passerelle,comizi, a vendere sogni a chi i sogni li aveva visti infrangersi per sempre, a promettere velocità negli interventi,case per tutti, ricostruzione … legittimando,invece, ruberie di ogni specie!

All’Italia è stato fatto sapere che le case sono state consegnate…ci sono migliaia di persone che sono ancora negli alberghi,presso parenti e aspettano!!!!!!!!!!

Aspettano autorizzazioni per iniziare i lavori nelle case considerate B,C…

I “così efficienti” ancora non sanno come fare le ordinanze; non si sa dove sono i tanti soldi inviati dai cittadini…i contributi dello stato…

Così questa mattina…


L'AQUILA
La giornata delle carriole
"Via le macerie ricostruiamo la città"

Mobilitazione degli aquilani per liberare la città dalle macerie e sollecitare le istituzioni a ricostruire L'Aquila. Hanno partecipato in migliaia alla manifestazione, seimila secondo le forze dell'ordine. Tra la folla anche Sabina Guzzanti e alcuni gruppi di turisti stranieri che hanno partecipato alla catena umana. Di mano in mano, moltissimi secchi hanno portato fuori dal centro le macerie del sisma. Qualche disordine all'inizio della manifestazione quando alcune persone hanno forzato le transenne della "zona rossa", subito dopo aperta a tutti. La protesta si è poi svolta pacificamente senza incidenti. I detriti sono passati da piazza Palazzo a corso Principe Umberto, a corso Vittorio Emanuele e, di lì, fino a piazza Duomo, in una catena umana ininterrotta. Al termine della manifestazione un cumulo "simbolico" di macerie è stato depositato davanti alla sede del Consiglio regionale.

L'AQUILA - "Oggi finalmente è un giorno importante per L'Aquila...". Sorride il preside della facoltà di Lettere, Giannino Di Tommaso. Sorride contento nel vedere che, in piazza Duomo, assieme a lui ci sono altri seimila aquilani che protestano. Studenti, docenti, commercianti, professionisti, piccoli artigiani, mamme con bimbi al seguito: fanno tutti parte del "popolo delle carriole" che si è dato appuntamento per manifestare contro quelle macerie che soffocano la città. Quattro milioni e mezzo di metri cubi che bloccano la ricostruzione.
E così, alle 10 del mattino, gli aquilani "di buona volontà" armati appunto di carriole, guanti, piccozze e secchi, si sono presentanti davanti ad uno dei recinti della zona rossa, quello che blocca l'accesso a piazza Palazzo (area simbolo della città). Ad attenderli, però, hanno trovato 200 uomini delle forze dell'ordine tra polizia, carabinieri ed esercito. Ma il servizio di sicurezza attivato per bloccare l'accesso alla piazza in macerie, nulla ha potuto contro la pressione di migliaia di persone contro la recinzione. Al grido di "L'Aquila libera", "Aprite", e "Vergogna", la folla ha superato - di forza - lo sbarramento. A quel punto i militari (coordinati dal questore Stefano Cecere), non hanno reagito, ma semplicemente gestito con attenzione il defluire della folla, limitando l'accesso all'area "pericolosa". Superata la tensione iniziale, (non senza qualche rischio di incolumità per quelle 400 persone che hanno superato il varco senza autorizzazione) è scattata la raccolta macerie. Le carriole cariche di detriti sono state portate fuori da piazza Palazzo, per poi percorrere corso Vittorio Emanuele fino a piazza Duomo, tra gli applausi della folla. Non solo, una "catena umana" da piazza Palazzo a corso Vittorio ha permesso ai manifestanti di passarsi secchi e carriole, carichi di detriti.

Agli angoli di piazza Palazzo oltre un centinaio di persone hanno provveduto alla raccolta differenziata delle macerie, insieme a tecnici che si occupano di separare materiale da recuperare e materiale da smaltire. Uomini delle forze dell'ordine si sono disposti ai lati della piazza per controllare che nessuno si allontanasse nelle vie limitrofe, alcune delle quali ancora da mettere in sicurezza. Al termine della manifestazione un cumulo "simbolico" di macerie è stato depositato davanti alla sede del Consiglio regionale. Il 'popolo delle carriole si è dato appuntamento anche domenica prossima, per ripulire la zona del Castello.

Ore 13.32 - La manifestazione è terminata. Piazza Duomo si svuota al grido"L'Aquila! L'Aquila!"
La manifestazione è terminata, piazza Duomo comincia a svuotarsi. Un primo gruppo di manifestanti ha salutato con un applauso e al grido "L'Aquila! L'Aquila!" la riuscita della protesta. Intanto un altro gruppo è ancora in piazza e fa capannello intorno al sindaco Massimo Cialente al quale vengono poste diverse domande: dalla richiesta delle case per i single che ancora mancano, al mancato ripristino del pedaggio autostradale gratis per i pendolari dalla costa, alle iniziative da intraprendere subito per ricostruire il centro storico.

Ore 13.19 - Depositate le carriole di detriti davanti al Consiglio regionale
Depositate alcune carriole di detriti davanti alla sede del Consiglio regionale, per ricordare alle istituzioni la necessità di affrontare e risolvere subito il problema della macerie. I manifestanti si spostano di nuovo verso la Villa Comunale. In piazza Duomo restano delle decine di cassonetti riempiti di detriti sismici.

Ore 13.04 - Un piccolo corteo con le macerie "simbolo" verso la villa Comunale
Un piccolo corteo con alcune carriole si dirige verso la villa Comunale per depositare "simbolicamente" la macerie davanti alla sede del Consiglio regionale. In piazza Duomo restano ancora migliaia di persone con il sindaco Massimo Cialente.

Da:“Il Centro”;” La repubblica"



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