FRAGOROSO SILENZIO

lunedì 11 ottobre 2010

L'adolescenza:un'età in bilico





I giovanissimi di oggi sono quelli che sono cresciuti imparando l’alfabeto e navigando in Internet, a spedire SMS e a chattare,sono quelli che non hanno visto il muro di Berlino e che hanno conosciuto subito la globalizzazione, sono quelli che sono cresciuti conoscendo il significato della parola “precario” e che non sanno che 40 anni fa anche le donne italiane portavano il “fazzoletto” in testa e non potevano sedere vicino agli uomini in chiesa…

Questi sono i giovani che popolano le nostre scuole,le nostre piazze…

“L’adolescente può essere paragonato ad una nave che ha lasciato il territorio ben noto dell’infanzia per attraversare il mare sconosciuto che lo separa dall’ età adulta e proprio come un marinaio ha bisogno di punti di riferimento per tracciare la rotta…ma ha bisogno anche di libertà perché non esiste un solo percorso, una sola rotta,uguale per tutti per raggiungere il porto…”

“ Mi sembra di contare poco o nulla . La gente infelice non interessa a nessuno. C’è soltanto la mia famiglia a cui interesso ,o meglio, per essere precisi, sulla quale peso.” Eleonora 13 anni.

“Quanto a chiedere aiuto alle persone che conosco,è fatica sprecata:non potranno darmene. Non mi capiscono, anzi,si sono accorte che esisto?Voglio scappare da questo mondo,non ce la faccio proprio a essere come tutti gli altri. Come fanno ad essere così allegri? Che cosa avranno da ridere se tutto intorno niente va per il verso giusto?” Eduardo, 12 anni

E il malessere arriva così,un po’ alla volta,s’insinua nella testa dei giovanissimi nei pomeriggi passati nella solitudine della loro camera a contatto diretto con il PC e il cellulare…e se questo non squilla ecco che si fa strada il pensiero che nessuno si preoccupa di loro, che nessuno li cerca, che nessuno li pensa… Di esempi se ne possono riportare a migliaia ma la sostanza è sempre la stessa:il senso di solitudine , di esclusione e di incomprensione che alberga nei loro cuori e trova cittadinanza nella loro mente. Secondo il rapporto di Mintel,il numero dei ragazzi con un computer in camera è destinato a crescere;il 92% dei ragazzi ha dichiarato che ha accesso ad Internet dal proprio PC;quattro su dieci mandano e ricevono e-mail regolarmente; il 50% preferisce trascorrere il tempo nella propria stanza.

Certo non è facile essere oggi un giovanissimo: la famiglia e la scuola lo sollecitano a progredire ma sono tante le seduzioni a cui sono sottoposti. Per lui\lei il momento decisivo è ancora quello in cui gli si apre davanti il mondo sconosciuto dell’innamoramento, del corpo, del sesso, argomenti così vasti e inesplorati, imbarazzanti da affrontare in famiglia,argomenti che spesso affronta la scuola e non sempre con il dovuto successo…

A volte la difficoltà di comunicare rende il mondo una realtà complicata,spesso confusa ma straordinariamente promettente e allettante…e se si è intelligenti a sfuggire ad alcune trappole tutto è a portata di mano.

E’ un mondo difficile da “possedere” e tanti sono gli ostacoli da superare…

La scoperta della propria autonomia,per esempio, è un momento cruciale, poiché non si hanno ancora l’esperienza e la cultura necessarie per “ inventare” un modo di fare assolutamente originale, si imitano dei modelli. A volte il modello può essere il fratello, la sorella, oppure un familiare che abbia un ruolo importante,una cugina particolare, una zia o addirittura un cantante, un attore…Tutto sta nello scegliere il modello giusto!

Il problema è che non si è ancora capaci di distinguere tra ciò che è apparenza e ciò che è sostanza.

Sappiamo anche che lo sviluppo dell’indipendenza è fondamentale per ognuno di noi. Quando l’adolescenza inizia a manifestarsi , si acquista consapevolezza di esistere anche individualmente,si scopre che è possibile avere idee proprie , senza ripetere quelle dei genitori o degli insegnanti,ci si accorge che in certe circostanze è possibile imporre il proprio punto di vista,che gli altri incominciano a tener conto delle nostre parole come qualcosa che possiede valore in sé… Diventa così importante trovare dei “luoghi” dove dimostrare a se stessi di valere e di poter ricoprire un ruolo ben preciso, ecco perché diventano indispensabili gli amici,i compagni di scuola e grande importanza viene data ai consigli di questi mentre è bassa la percentuale di coloro che si prendono la responsabilità di decidere da soli…

Si oscilla facilmente tra comportamenti opposti, da una parte cresce il desiderio di stare in disparte quasi a nascondere i propri problemi convinti che nessuno li possa capire, dall’altra diventa indispensabile la ricerca del gruppo di coetanei per parlare,raccontarsi,confrontare le esperienze e trovare le risposte a domande che sarebbe difficile porre ad adulti…

Questo oscillare tra sicurezze e desiderio di consiglio fa sì che i ragazzi siano molto influenzabili,siano critici nei confronti dei genitori e di loro stessi.

La famiglia deve così affrontare l’arduo compito di trovare un nuovo equilibrio anche se percepisce il disagio di una nuova “situazione”…i genitori, molte volte,sono consapevoli che il loro figlio sta diventando grande,ma possono “tardare” ad ammetterlo ed essere spaventati dalle richieste di autonomia e libertà avanzate. L’adolescenza è anche definizione dell’identità, ma l’acquisizione dell’identità è un processo che dura anni e si costruisce attraverso la sperimentazione e l’identificazione che fanno sì che l’adolescente mostri una molteplicità di volti a seconda dell’ambiente in cui è; così spesso i genitori si mostrano increduli di fronte a fotografie dei propri figli,fatte dagli altri, che non li rappresentano.

L’identità finale è frutto della sintesi di alcuni ruoli sperimentati e vissuti nei diversi momenti, ma per conquistarla il cammino risulta spesso colmo di ostacoli, faticoso e gravoso.

E i “disseminatori” di ostacoli sono facilmente individuabili…gli adulti!!!!!!!!!

Sono gli adulti che spesso sono di ostacolo alla crescita dei giovani,alla loro speranza,al loro desiderio di conquista, di affermazione…

Qualcuno ricorderà il suggerimento di San Paolo nella lettera agli Efesini : “Voi padri, non esasperate i vostri figli!”

Il problema grande è la mancanza di “ascolto”…i giovani non vengono ascoltati e molte volte quando ci parlano sono creduti a metà…così si fa strada in loro quel senso di impotenza, di poca credibilità che sfalda la loro auto- stima,la loro idea di “essere capace di..”

Troviamo il tempo per ascoltarli,per dialogare con loro,per “convincerli” a parlare ,a raccontare,ma dobbiamo essere noi adulti che dobbiamo tener viva l’abitudine di raccontare…e non pretenderla da loro. Il loro disagio molte volte è dovuto anche alla nostra inadeguatezza, alla nostra ansia,alla nostra distrazione….e poco si fa per loro!!!

Ed ecco che i giovanissimi si trasformano in “maleducati”, in arroganti e presuntuosi ..ai nostri occhi…ma è solo un modo per darsi voce, per dimostrare che esistono….

Noi adulti dovremmo essere flessibili,disponibili,accompagnarli nel cammino della crescita cercando anche di ricordare le nostre preoccupazioni,le nostre debolezze,i nostri dolori a quell’età…

Alleviare i loro “pesanti” pensieri è il nostro compito,ma cosa facciamo?

Non abbiamo tempo,siamo stanchi di un lavoro che è sempre più difficile trovare, di un vivere logorante come le loro lamentele…e intanto dimentichiamo che gli adulti siamo noi…

Dimentichiamo che loro sono la “carica” che salverà il mondo,sono loro che hanno un’idea del mondo più attuale,sono loro che non si stupiscono della diversità in mezzo alla quale hanno imparato a crescere…

Il loro futuro,però, non dipende solo da loro…potranno fare strada e diventare “persone” valide se gli adulti sapranno dar loro spazio,quello spazio “vitale”necessario ad affermarsi,di fatto sono gli adulti che devono guardare avanti con occhi diversi e rendersi conto del grido d’aiuto lanciato dai giovani…

Non facciamo abbastanza per loro…la società non è attenta né attrezzata per favorirli; la scuola che dovrebbe essere per eccellenza il luogo dell’ascolto non sempre riesce in questo compito; la Famiglia a volte latita anche per impreparazione; i giornali non parlano di loro né le TV “ sprecano” tempo con trasmissioni specifiche;non ci sono strutture in cui il giovanissimo può rivolgersi in caso di bisogno; non si creano spazi adeguati ai loro bisogni…né si dicono “parole” incoraggianti…nessuno parla di loro…dei loro sogni,delle loro speranze,delle aspettative…E il futuro?

Così si spengono i sogni!!!!!!!!!!!

Si parla di loro solo quando le cronache ci riportano tristi episodi o tragedie…ma è troppo tardi!!!!!!!!!!!

Sempre vigili