FRAGOROSO SILENZIO

domenica 7 agosto 2011

8 Agosto 1991...il sogno albanese...





1991...un anno difficile...
Nel 1991 l’informazione,come sempre, non fa il suo dovere, non ci “racconta” ciò che sta accadendo nel paese di fronte le coste pugliesi...a poche decine di miglia da queste coste, in Albania,c’è un governo totalitario contro cui manifestano e protestano migliaia di persone che chiedono asilo politico nelle varie ambasciate di paesi europei...la risposta delle forze dell’ordine è pesante...ma si permette a molti dissidenti di trasferirsi via mare a Brindisi...Dal 28 febbraio all’8 marzo circa ventimila albanesi,affamati e stremati, arrivarono a Brindisi...ma questa fu solo l’avvisaglia di qualcosa di grande che stava accadendo. L’Albania,in quegli anni, è il paese il più chiuso del mondo... ma... intanto è crollato il muro di Berlino, si stava concludendo la prima Guerra del Golfo, quella di Bush senjor e della coalizione internazionale, dopo che Saddam aveva invaso il Kuweit.
Era l’8 agosto di 20 anni fa quando il mercantile Vlora entrò nel porto della città pugliese con 20mila immigrati ammassati ovunque, dalla stiva alla punta della prua, in fuga dal proprio paese dopo il crollo del regime comunista del dittatore Ever Hoxa.



“Sui giornali che andavano in stampa mentre già la Vlora era in lenta navigazione verso l’Italia, si dava conto per altro conto di riunioni romane ai massimi livelli nelle quali i ministri dell’Interno Vincenzo Scotti, degli Esteri Gianni de Michelis, della Difesa Virginio Rognoni, dell’Immigrazione Margherita Boniver, quello della Protezione civile Nicola Capria avevano ribadito la linea del governo: respingimenti in mare e, quando e se gli albanesi fossero comunque arrivati a terra, rimpatrio immediato. Nessuno sembrava neanche immaginare che ci si sarebbe potuti trovare di fronte a numeri di difficilissima gestione. Il primo a rendersene conto fu Bruno Pezzuto, allora viceprefetto a Brindisi, oggi tornato a vivere da pensionato nella sua Trepuzzi dopo aver guidato le prefetture di Agrigento e Reggio Emilia. Quando, un paio di ore dopo la mezzanotte fu svegliato dal giovane consigliere di turno, non ci mise molto a capire che la massa che stava arrivando non era nell’ordine delle centinaia di persone, ma delle migliaia, molte migliaia. Ventimila, all’incirca. «Alle quattro del mattino la nave era in vista del porto, e da quello che mi riferirono gli ufficiali della Capitaneria che l’avevano vista, mi resi subito conto che noi, a Brindisi, non eravamo nelle condizioni di gestire la situazione. In quel momento avevamo, tra il campo di Restinco, un paio di camping e qualche albergo, circa quattromila albanesi a Brindisi, in parte la coda del grande sbarco di marzo, in parte accumulatisi con lo stillicidio di arrivi delle precedenti settimane: non avremmo davvero saputo come far fronte a una nuova ondata di quelle dimensioni».”
Corriere Del Mezzogiorno Luigi Quaranta-05 agosto 2011


Un evento che segna una svolta culturale e sociale di grandi dimensioni perché fa conoscere all'Italia il fenomeno dell'immigrazione massiccia ed apre le porte all'integrazione, alla multiculturalità.
L’arrivo in massa degli albanesi colse tutti di sorpresa con l’amministrazione locale costretta a misure straordinarie d’emergenza che portarono all’utilizzo, criticatissimo, dello stadio della Vittoria come primo centro di accoglienza, dove furono ammassati per giorni migliaia di giovani profughi, ai quali però non mancò la solidarietà e l’aiuto dei baresi.



E a distanza di 20 anni Bari non vuole dimenticare. Da lunedì e per un’intera settimana sono in programma numerosi eventi, tra dibattiti, mostre ed eventi culturali e sportivi.
Ma cosa abbiamo imparato in questi venti anni?
Abbiamo capito che sempre più persone abbandonano le proprie case per cercare altrove un mondo per migliorare la propria vita; abbiamo capito che la storia del mondo è macchiata dal sangue delle vittime di razzismi tutti pronti a distruggere il “diverso”,lo “straniero”,”l’inferiore”?
Chi si ricorda oggi che le migrazioni hanno sempre caratterizzato la storia di tutti i secoli? Chi si ricorda che nel mondo si sono sempre creati luoghi di incontro, e a volte di scontro,ma in ogni caso luoghi di scambio, crocevia di saperi e di culture in Asia, Africa,Europa, che hanno prodotto nei secoli più beneficio che problemi?
Invece accade che noi temiamo la diversità culturale e tendiamo ad escludere queste persone, ne abbiamo paura...
L'integrazione vera è ancora lontana visto che le città che ospitano e le varie comunità di popoli diversi restano ancora quasi del tutto "chiuse" in se stesse...
Ma...
la diversità non rappresenta un ostacolo, ma una ricchezza; nonostante le diversità tutti siamo esseri umani che vivono, amano, soffrono, pregano, tutti nello stesso modo.
Possiamo facilitare l’integrazione tra i diversi popoli, eliminando il pregiudizio e riconoscendo l’altro...l’altro siamo noi...
“Un buon cittadino è in primo luogo un cittadino del mondo”Seneca.
Sempre vigili