http://www.globalproject.info/it/in_movimento/Police-Warming/3258
Nella notte tra il 14 e 15 dicembre La polizia a Christiania. 200 fermati, resta arrestato Luca Tornatore
15 / 12 / 2009
A Copenhagen non c'è mai pace ..
Come una serata tranquilla si trasforma in un'ennesima operazione di polizia!
La delegazione italiana SYINC, come altre centinaia di persone danesi e straniere questa sera si è recata a Christiania per partecipare ad un dibattito con Naomi Klein e Michael Hardt organizzato dal CJA in preparazione della giornata "Reclaim Power" del 16 dicembre.
A conclusione del dibattito è iniziata una festa e molta gente si è fermata nei vari locali.
All'improvviso la polizia con un blindato e sparando lacrimogeni è entrata dentro Christiania iniziando a fermare le persone e detenendoli.
L'intervento, con l'uso di un elicottero che sorvolava la zona, è avvenuto dopo la costruzione di barricate sulla strada, da parte di qualcuno che poi all'arrivo delle forze dell'ordine è fuggito dentro il quartiere. A questo punto la polizia ha fatto irruzione.
Dalle telefonate che ci giungono la gente viene "selezionata" e fermata a "discrezione totale" della Politi che ha continuato fino a tarda notte a presidiare la zona.
Sono 200 le persone arrestate, 81 delle quali sono attivisti della rete italiana "See you in Copenhagen".
I fermati sono stati portati a Retortvej.
Nel corso della notte le persone vengono rilasciate. Degli italiani Luca Tornatore viene trattenuto e sarà processato in giornata. Pare che tre poliziotti testimonieranno di riconoscerlo come uno di quelli che ha partecipato a costruire le barricate. Una vera e propria provocazione. Ovviamente qualcuno bisognava tenere per cercare di giustificare un operativo di ingresso e fermi di massa a Cristiania.
Tutto questo succede proprio a meno di 24 ore dalla giornata del 16 dicembre in cui è prevista l'iniziativa Reclaim the power al Bella Center dove si tiene Cop15.
Police Warming
Dopo gli accadimenti di questa notte a Cop.enhagen, è ormai chiaro: dobbiamo affrontare con serietà il problema del “Police Warming” che rischia di peggiorare la vita di tutti, non solo di coloro i quali, in questi giorni danesi, hanno conosciuto gabbie e manette.
15 / 12 / 2009
Il Police Warming infatti, ha come caratteristica peculiare quella di essere confuso per qualcos'altro. Alcuni si concentrano sulla “dinamica” oggettiva dei fatti, chi ha fatto cosa, alcuni altri su ciò che manca, la “risposta”, l'organizzazione. Ma in realtà oggi noi dobbiamo guardare alla sostanza del problema: il Police Warming, che si caratterizza con vergognosi arresti di massa indiscriminati, trasformati poi in provocazioni mirate contro gli attivisti che parlano in pubblico, che tengono i contatti con legali e ambasciate, che partecipano come delegati delle proprie reti alle riunioni internazionali, è una tendenza pericolosissima che dal cuore dell'Europa ex socialdemocratica, rischia di avvelenare l'intero continente. Il police warming si sviluppa intanto come reazione: dove vi sono concentrazioni di dissenso, di disobbedienza, di non passività accondiscendente verso le istituzioni e i loro tribunati ufficialmente accreditati, allora, come retrovirus, il PW attacca. Ieri sera l'assemblea con Naomi Klein e Michael Hardt era stata partecipatissima. Un grande momento di dibattito per preparare la giornata di domani, il “disobedience day”.
La differenza tra il mercoledì 16 dicembre, a ridosso ormai della conclusione dei negoziati all'interno della conferenza onu sul clima, e gli altri giorni di mobilitazione, è palpabile. La differenza la fa il numero di realtà che sono coinvolte, che mano a mano si sono convinte in questi giorni della necessità di dare un segnale appunto di disobbedienza, di forte e attivo dissenso nei confronti dei “manovratori”, siano essi quelli storicamente affermati, le grandi potenze occidentali, o quelli che oggi, anche in questo contesto, si confermano come i candidati in ascesa nel borsino (capitalistico) dei leader del mondo: la Cina, l'India, il Brasile, i petrolieri di stato dell'America Latina, con buona pace dei veri “poveri”, africani o asiatici che siano. Non è quindi né un caso né una fatalità che ieri sera sia scattata l'ennesima operazione di rastrellamento. Mercoledì 16 è la giornata in cui la disobbedienza prende forma: si districa finalmente da tutte le sovrastrutture contenitive che l'hanno imbrigliata fino ad ora, rendendola affare di pochi e per pochi, e assume le caratteristiche che potenzialmente può avere. Quelle del linguaggio e della pratica multiforme della moltitudine, che nell'affermarsi determina anche la propria “indipendenza”.
Dall'Onu, dagli stati, dai governi, dalle diplomazie corrotte, dagli interessi delle multinazionali nere o verdi, dai presidenti bravi a parlare e da quelli arroganti, antipatici ed idioti. La disobbedienza quindi non imbroglia le carte promettendo di farli fuori tutti. Essa si costituisce come esodo, con la stessa forza con la quale ha saputo dieci anni fa, interpretare un mondo diverso da oggi che celebrava i fasti del neoliberismo e del mercato globale. Per questo il PW, che è uno strumento sempre al servizio del potere costituito che non può, materialmente, concedere l'indipendenza a nessuno, pena la dissoluzione del suo ruolo, si scatena a più non posso, cercando di passare da patologia ( l'eccesso di zelo del controllo sociale democratico ) a pandemia ( la democrazia dell'obbedienza ). Il potere in effetti che cosa è se non la trama infinita dei modi violenti o gentili di trattenere il comando sulla nostra vita?
La disobbedienza si esprime anche denunciando e svelando che cosa c'è dietro il Police Warming, quale è la sua causa, e questo diventa già una prima immunizzazione, produce anticorpi in grado di affrontare il venefico retrovirus che si muove con blindati e soldati. Nessuno deve rimanere solo quando è attaccato. Nessuno deve subire processi farsa senza difesa, senza testimoni che lo aiutino, che rivelino la caratteristica menzognera dei verbali di polizia.
L'elemento della gestione pubblica di ciò che accade è un atto di disobbedienza, perché mette in crisi i modelli precostituiti di gestione di stato già incardinati da tempo come preparazione alla negazione del dissenso. E dalla nostra abbiamo un elemento importante, che si aggiunge a quello oggettivo dello stato del pianeta: la disobbedienza ha carattere di efficacia e di diffusione rapida. Agisce come un anticorpo e si propaga. E' per questo che è tanto temuta.
Luca deve tornare libero, come noi tutti. Combattere il Police Warming è possibile e soprattutto, è il modo per rendere più naturale la nostra vita.
Proprio in questo momento la notizia dell'arresto di Tazio Muller, Feltz, Germania, uno dei portavoce dei Climate Justice Now, immediatamente dopo una conferenza stampa promossa all'interno del Bella Center, ovvero la sede ufficiale della Cop 15 mentre 32 attivisti francesi vengono arrestati davanti al Climate Forum, durante un sit-in.
Naomi Klein parla dell'arresto di Tadzio Müller
Cop-landen - Arrestato Tadzio Müller
15 / 12 / 2009
Ore 17.00 - Cop 15.
E' appena giunta la notizia che al termine della conferenza stampa al Bella Center, ovvero la sede ufficiale del Cop 15, è stato arrestato Tadzio Müller, dell'organizzazione Feltz, Germania, uno dei portavoce dei Climate Justice Now, dopo aver presentato la mobilitazione di domani, mercoledì 16 dicembre che si svolgerà nei pressi del Bella Center cui aderiranno alcuni delegati internazionali che partecipano al vertice ufficiale.
Nello stesso momento la polizia danese fa irruzione al Climate Forum: 20 attivisti francesi vengono arrestati e all'interno del Candy Factory, dove centinaia di attivisti internazionali stanno allestendo le biciclette per il bike block di mercoledì 16............
Ho visto scene anche di violenza. Non so, credo che cmq la protesta debba essere pacifica sempre
RispondiEliminaUn conto è garantire la sicurezza dei leader, un altro è intervenire con estrema durezza, facendo un uso massiccio di manganelli, nei confronti dei manifestanti.
RispondiEliminaE' evidente che hanno voluto escludere dalla manifestazione i militanti delle organizzazioni ambientaliste più radicali e critiche.
In uno stato democratico l'opinione pubblica ha il diritto di dire la sua , anche se agli addetti ai lavori la cosa da fastidio.
La cosa peggiore è che non troveranno nessun accordo, carissima upupa, e noi resteremo, come si dice dalle mia parti: " curnuti e mazziati".
Sai Upupa, in effetti, con le Istituzioni in genere, anche se vanno rispettate, i rapporti, mi rendo conto, vanno limitati al massimo: possono sempre )le Istituzioni) diventare una forma di prevaricazione.
RispondiEliminabaci e colgo l'occasione per farti gli auguri, a te ed alla tua bella (come te) famiglia...spero!
Caro Rock...profondamente vero!!!!!!!
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RispondiEliminaCara Rosa...il mondo è impazzito!!!!!!!!!!
RispondiEliminaCara Marina...lo sono diventate paurosamente....
RispondiEliminaVogliono recidere i pochi ma buoni fiori che ci sono. Ma come dsse Neruda, la primavera non la potranno arrestare.
RispondiEliminaMi dispiace per quel ragazzo, non oso immaginare cosa si provi essere recluso in terra starniera. La violenza del potere è uguale in tutto il mondo, spero che resisterà e uscirà al più presto dal carcere.
Speriamo caro incarcerato!!!!!!!!!!!!!!
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