FRAGOROSO SILENZIO

giovedì 30 luglio 2009

Stato perchè uccidi?



Cari amici,forse comincio ad essere ripetitiva e ossessionante, ma queste notizie riguardano tutti....Non possiamo rifugiarci nel pensiero silente perchè il silenzio è ciò che rafforza il potere malvagio e legittima la continua violazione dei diritti umani!
Ancora una volta violenza senza ragione nelle nostre carceri,un altro "dichiarato" suicidio...
E' ora di dire basta,è ora di smetterla di usare la violenza come la soluzione di tutti i mali...
Se leggete ...c'è un elemento,in particolare, che deve farci riflettere...a Stefano non gli è stato concesso telefonare alla sorella....
Questi atteggiamenti e comportamenti da sceriffi invasati sono continui e sembrano la regolarità...
Anche a Niki Aprile Gatti lo hanno adottato...
Gli " addetti" di Sollicciano hanno dichiarato che Niki aveva fatto la telefonata alla famiglia...
Quella telefonata la famiglia non l'ha mai ricevuta!!!!
Ora non aggiungo altro,a voi le riflessioni.....

Suicidio al carcere di Rovereto (Tn)

Parte l'inchiesta, in città malumore e disordini

29 / 7 / 2009

I familiari dell’artigiano di 48 anni Stefano Frapporti che si è impiccato la settimana scorsa nel carcere di Rovereto, in provincia di Trento, chiedono, tramite un legale, di fare luce sulla tragedia. L’uomo era finito in carcere dopo essere stato trovato in possesso di hashish e si era suicidato poche ore dopo l’arresto. Sul caso la procura ha aperto un fascicolo.

Sui quotidiani trentini appaiono alcune ipotesi e tra queste una ricostruzione nella quale si spiega che Stefano Frapporti, martedì scorso, era stato fermato da una pattuglia di carabinieri in borghese, per una manovra errata, mentre andava in bicicletta. I militari avevano deciso, forse perché gli avevano trovato dell’hashish, di perquisire la sua abitazione trovando un quantitativo di hashish superiore al consentito per uso personale. A questo punto l’uomo è stato arrestato, dapprima condotto in caserma e poi al carcere di Rovereto dove gli è stata anche negata la possibilità di telefonare alla sorella che avrebbe potuto tranquillizzarlo. Circa due ore dopo si è tolto la vita con il cordoncino della tuta da ginnastica che indossava.

Gli amici hanno scritto una lettera agli organi di stampa con alcune riflessioni che riportiamo:

“Siamo gli amici di Stefano, non vogliamo discutere o fare polemica, per il fatto che Stefano sia stato arrestato e mandato in carcere per la prima volta a 48 anni per possesso di hashish. Vogliamo solo puntualizzare il modo con cui questo è accaduto perché in parte, ma sicuramente, ha influenzato quello che è accaduto in seguito. È il dolore, e non la rabbia, che ci porta a dire queste cose, e il senso del giusto: perché se può essere "giusto" che una persona finisca in carcere per possesso di sostanze stupefacenti od altro, è ancora più giusto che i tutori dell'ordine abbiano, e mantengano sempre, un atteggiamento consono alla divisa che portano ed a quello che è stato loro insegnato. Stefano è stato fermato sulla sua bicicletta per una manovra errata. Quello che è successo dentro, purtroppo resterà per sempre un segreto ma, per chi ha la coscienza a posto, per quanto dura ed inconcepibile possa essere, ce la fa ad andare avanti. Noi vogliamo solo far capire che, in una situazione così, anche la persona più tranquilla, perché incensurata, che sarebbe probabilmente stata rilasciata in pochissimo tempo, viene presa dal panico, dal terrore e, diciamolo pure, dalla vergogna, dai sensi di colpa perché, dopo essere stato trattato come il peggiore dei delinquenti, chiuso in una stanza, una persona di grande bontà come Stefano, bravissimo nel suo lavoro, sempre corretto con tutti, un uomo al quale viene strappata la sua dignità e, usiamola pure questa parola, il suo onore, di colpo si sente solo, denudato e svergognato e, per certe rare persone, che hanno un cuore come Stefano, questa è la fine. La morte per lui non è arrivata con il suicidio; gli è stato negato perfino di potere telefonare a sua sorella che per lui era come una madre. Si può morire anche così, per una telefonata negata. Chi è senza peccato scagli la prima pietra e noi non la scagliamo, ma, chi di noi ha dei figli adolescenti, la cosiddetta età critica, dormirà sicuramente meno tranquillo, sapendo che il proprio figlio o figlia potrebbe essere trattato allo stesso modo di Stefano. "Passa un minuto, oppure anni, ma prima o poi la vita risponde (A. Baricco)". Questa è la frase, l'augurio che noi, amici di Stefano, rivolgiamo a lui ed ai sui cari, spaccati dal dolore, dai perché e dai percome. La vita - conclude la lettera - risponde sempre e noi vi saremo sempre vicini, per ricordarcelo nei durissimi momenti di sconforto e, siccome Stefano sarà sempre nei nostri cuori, la vita ha già vinto”.

Da l’Adige inoltre viene raccontato come il carcere di Rovereto è «sotto osservazione» da tempo. Il rapporto sulle strutture penitenziarie italiane redatto dell'associazione Antigone, indicava già nel rapporto del 1995 i punti critici: grave sovraffollamento; nelle sezioni maschili, i detenuti sono in 4 in celle singole di 9 metri quadrati, 6-7 nelle celle più grandi.

Nel 2005 i detenuti erano 99, per una capienza regolamentare di 28 e "tollerabile" di 50». Per l'Osservatorio «il carcere di Rovereto è qualificato per l'accoglienza dei "sex offender", cioè di detenuti condannati per reati a sfondo sessuale, che nelle altre carceri vivono in sezioni o celle separate e qui sono circa il 40 per cento dei detenuti». Nella statistica, anche i suicidi: negli ultimi 5 anni c'era stato un solo caso, di un detenuto che doveva scontare tre mesi. Fra le critiche: «Manca un progetto terapeutico complessivo per le persone con disagio psichico. La riduzione dei finanziamenti governativi ha avuto conseguenze negative sulle strutture (adeguamento, manutenzione ecc), sul servizio sanitario (riduzione delle ore della guardia medica). Si segnala un aumento di sensibilità rispetto ai problemi del carcere da parte del Comune di Rovereto, anche su impulso del DAP, con la costituzione di un tavolo di coordinamento tra amministrazione e realtà territoriali». Edificio austro-ungarico, ristrutturato nel 1997 (intonaci, impianto elettrico, misure antincendio) soffre però di «spazi non adeguati, sono scarsi e angusti; le attività che prevedono grandi spazi o uso di attrezzature ingombranti non possono essere realizzate. Ad ogni piano c'è una cella per non fumatori. Ci sono due aree verdi inutilizzate».

Infine viene riportato che nel pomeriggio di ieri un gruppo di anarchici in solidarietà alla famiglia ha protestato nelle strade di Rovereto bloccando il traffico e - per una decina di minuti - la stazione dei treni.

Fonte:http://www.globalproject.info/it/in_movimento

Sempre vigili

19 commenti:

  1. Cara Upupa,
    se solo ci fermassimo a riflettere, rimarremmo paralizzati dalla ..."paura" ..ed è forse per questo che molti preferiscono non farlo! Cioè questo Stefano, fino a 5 ore prima della sua morte, andava in giro in bicicletta ....
    Ma vi ricordate quando accadde la storia di "Pinelli"????? tutta l'Italia si sollevò, ma sapete perchè??? Perchè non eravamo addormentati,
    perchè eravamo consapevoli, perchè credevamo, e per molti anni è rimasto quell'episodio...
    Poi è iniziato un lungo periodo di disinteresse di TV, di oppio, e intanto si lasciava fare....
    fino a questi tristissimi, orribili giorni, dove ormai, i morti, non ....si contano piu'!!!
    Siamo noi che permettiamo certe cose!!
    Il potere gli altri lo hanno fino a quando noi glielo conferiamo!!
    Un grosso bacio
    Ornella

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  2. Per TMO...
    i beati addormentati continuano il loro sonno,il risveglio,se mai ci sarà,avrà un sapore molto,molto amaro!!!!!!!!!!

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  3. Ma fai benissimo a dire e ridire!!!
    Sai che la penso così cara Upupa.

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  4. cara Guernica...io non mollo ma...di fronte ai morti le mie parole sono niente...purtroppo!

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  5. L'ennesimo omicidio-suicidio. Anche lui è stato impiccato. Che vergogna, gli omicidi di Stato non si arrestano.

    Per questo dobbiamo essere ripetitivi e insistenti come fai tu cara UPUPA.

    E non ci fermeranno, anche se meschinamente stanno facendo di tutto, che bastardi!!!

    Un abbraccio forte, nel frattempo ti saluto visto che riprenderò a scrivere a Settembre.

    ps ma ciò non vuol dire che mi fermo.. ;)

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  6. Ciao DONNA,
    passo per salutarti, domani vado al mare con le ragazze. Ti auguro un proseguo d'Estate come lo vuoi tu!
    Baci baci.

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  7. Caro incarcerato dopo un pò di giorni di fermo forzato.... non ci fermerà nessuno,te lo prometto!Aspetto settembre.... un bacio

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  8. Caro lucagel1...sono felice di risentirti!!!!!!un caro abbraccio

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  9. Cara Marina...ci risentiamo
    un abbraccio

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  10. Continua (e continuiamo) ad essere ripetitiva ed ossessionante. Bisogna esserlo in un paese come il nostro, che dimentica ogni ingiustizia ogni volta che si si siede a tavola ed accende la TV.

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  11. E' vero caro Crocco1830...dobbiamo cercare di sensibilizzare il più possibile!

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  12. I tuoi post sono sempre molto interessanti......
    passavo per un saluto.

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  13. per Nicolandoc...grazie e un caro saluto a te!

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  14. Un bacio Upupa,

    mentre si continua a ....morire!!
    Vieni a leggere da me i commenti al post....

    Ti abbraccio
    Ornella

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  15. ENNESIMO SCANDALO ABRUZZO/ITALIA

    L'ESPRESSO OGGI 07/08/2009 IN EDICOLA

    "COSI' PARLO' LADY TANGENTE"
    (MARIA MAURIZIO ex moglie di Sabatino Aracu)

    " ... compravendita dei posti in Parlamento: la donna parla di somme a 5 zeri intascate per inserire candidati nelle liste forziste al Senato. Come nel caso di Filippo Piccone, eletto nel 2006 a palazzo Madama e diventato primo coordinatore del Pdl in Abruzzo, che secondo la Maurizio avrebbe consegnato ad Aracu 600 mila euro. Una parte dei soldi, secondo quanto la Maurizio ha riferito, sarebbero finiti a Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera: i pm lo hanno iscritto nel registro degli indagati. Lady Maurizio ha spiegato che Aracu avrebbe richiesto e ottenuto dalle case di cura private somme che di «solito si aggiravano intorno a un milione di euro per ciascuna clinica». Secondo l’ex moglie queste tangenti, al pari di molte altre, Aracu era poi «solito dividerle con l’onorevole Fabrizio Cicchitto di Forza Italia. Quest’ultimo era ed è il padrino politico dell’onorevole Aracu». Dal rivenditore Rolex e presso la gioielleria Cazzaniga di Pescara, dove secondo la Maurizio venivano anche comprati «gli omaggi destinati alle consorti di uomini politici» puntualmente elencati nel memoriale: «On.le Cicchitto, on.le Bondi, on.le Letta, on.le Colucci, questore della Camera dei deputati». La ex-moglie non ha prove, ma afferma di ritenere sulla base di una serie di elementi che suo marito «abbia consegnato all'onorevole Cicchitto, anche per sostenere la propria candidatura, somme certamente non inferiori a 500 mila euro».
    Dice di avere saputo dallo stesso Aracu, «che quest’ultimo effettuava consegne di denaro nelle mani di Cicchitto per importi annui di almeno 500 mila euro. La cosa avveniva a Roma e la dazione consisteva in somme in contanti». Con l’onorevole Cicchitto, aggiunge la Maurizio, «abbiamo trascorso una vacanza estiva in Sardegna. Il deputato di Fi, anche in mia presenza, assicurava a mio marito che gli avrebbe conservato l’incarico di coordinatore regionale del partito in considerazione delle attenzioni riservategli». Attenzioni che avrebbero trovato puntuale conferma nella vicenda riguardante la candidatura di Filippo Piccone. «Ricordo che mio marito», scrive la moglie di Aracu, «si fece dare da costui l’importo di 600 mila euro per ottenere la candidatura al Senato. Di tale somma 150 mila euro circa vennero consegnati all’onorevole Cicchitto. Il tutto mi è stato riferito da mio marito»".
    ................... e continua...

    Ciao ..... hai capito perchè siamo in ginocchio????
    Ornella

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  16. ...e a me per una "IPOTESI di truffa informatica" hanno ucciso un figlio!!!

    CHE VERGOGNA L'ITALIA

    ORNELLA

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