FRAGOROSO SILENZIO

domenica 11 aprile 2010

Cerca di essere uomo,reagisci!


“ E se tutti gli uomini volessero,anche soltanto per un istante, diventare veramente umani e liberi e semplici,e responsabili,in che cosa si trasformerebbe d’improvviso questa nostra umanità affannosa?”

(F.Dostoevskij )

Noi spesso fuggiamo ogni responsabilità;ciò che ci tormenta è scegliere per paura di pagare le conseguenze o di fare scelte sbagliate…questo perché la responsabilità implica un impegno,un prendersi carico…

Spesso si pensa che il non assumersi responsabilità sia il modo migliore per non sentirsi colpevoli.

L’Altro però mi chiede di non fuggire,anzi di dare risposte. La vita quotidiana mi chiede risposte…gli abusi sui bambini,la guerra,le morti sul lavoro,nelle carceri,il dolore di tutti gli uomini,l’urlo di chi non riesce a portare il peso di un’ingiustizia,ogni cosa mi chiede una risposta…

Ma la Responsabilità richiede il coraggio di uscire dal guscio personale,di liberarsi della vita banale,dell’adattamento sterile al mondo e di ritrovare il sentiero della dignità per lottare contro ogni orrore.

Abbiamo il dovere di raccogliere la forza e diventare uomini.

Così si esprimeva Jean-Paul Sartre:

“È vero che non sei responsabile di quello che sei, ma sei responsabile di quello che fai di ciò che sei”.

E così Lévinas " Il termine io significa Eccomi, rispondendo di tutti e di tutto ".

«L’incapacità di assumersi responsabilità - ha spiegato Bressan- è una piaga. Si afferma oggi, da più parti, che manca una progettualità di vita; sembra quasi di essere su una nave nella quale i passeggeri si interessano del menù, del programma della serata, delle condizioni delle cabine, degli svaghi possibili e cercano anche di dimenticare le povertà che stanno attorno. Ma nessuno si pone l’interrogativo di dove siamo diretti. L’individuo di oggi non ha obiettivi certi e importanti; non è un viaggiatore ed ancora meno un pellegrino che guardi a orizzonti ampi, ma piuttosto un turista, se non un vagabondo, al quale interessa soltanto quello che lo circonda e non ha una finalità ulteriore che il passare del tempo».

Un approccio,questo, che contraddistingue sia la società civile che la politica italiana.

La conoscenza di noi stessi e del mondo, costituisce un'esigenza insopprimibile dell’essere umano per non essere “semplici turisti” o” inermi passeggeri” della vita, occorre un impegno personale di tutti,quindi è necessario educare ed educarci alla responsabilità.

La responsabilità è un dovere umano tipico dei nostri tempi

Il Libro della Genesi presenta due formulazioni diverse dei doveri, dei compiti che la Divinità assegna agli uomini. In un passo si dice: tu dominerai la natura, e in un altro si dice: tu custodirai la natura, che sono due espressioni distinte. Quella che ha avuto la prevalenza assoluta nel comportamento umano è stata l'idea del dominio, dominio sulle altre specie viventi e dominio sull'ambiente.

E’ questo un atteggiamento responsabile?

Un atteggiamento responsabile deve partire anche da quello che ciascuno di noi fa quotidianamente, per coloro che ha più vicini a sé (il prossimo) e per se stesso. Tutto dovrebbe poter partire dall'ambito familiare,dalla scuola,dalle comunità che si frequentano…ma educare alla responsabilità è molto difficile…


Questa è la storia di 4 individui:
Ognuno
Qualcuno
Chiunque
Nessuno.
Bisognava fare un lavoro importante e si chiese a Ognuno di occuparsene.
Ognuno si assicurò che Qualcuno lo facesse.
Chiunque avrebbe potuto occuparsene, ma Nessuno non fece mai niente.
Qualcuno s'arrabbiò perchè considerava che per questo lavoro Ognuno fosse responsabile.
Ognuno credeva che Chiunque potesse farlo, ma Nessuno mai si rese conto che Ognuno non avrebbe fatto niente.
Alla fine Ognuno rimproverò Qualcuno per il fatto che Nessuno non fece mai quello che Chiunque avrebbe dovuto fare. (
Anonimo)

E’ solo una storiella?

Ha detto Lévinas in un'intervista: " se noi fossimo stati in due, nella storia del mondo ci saremmo fermati all'idea di responsabilità, ma dal momento in cui ci si trova in tre, si pone il problema del rapporto tra il secondo ed il terzo. Alla carità iniziale si aggiunge una preoccupazione di giustizia e quindi l'esigenza dello Stato, della politica. La giustizia è una carità più completa ."

Per Lévinas la responsabilità è responsabilità per altri ed è alla base della soggettività per quel che non è fatto mio e che non mi riguarda. Il legame con altri si stringe solo con la responsabilità, sia che questa sia accettata o rifiutata perché io sono responsabile di altri senza aspettare il contrario.

Questo comporta la costruzione delle istituzioni e anche dello Stato. Difatti, scrive Lévinas, " l'Altro per il quale sono responsabile può essere il carnefice di un terzo che è anche il mio Altro " . Di qui la necessità di una giustizia, e dunque delle istituzioni e dello Stato.

Ma anche le Istituzioni e lo Stato devono essere responsabili,devono vivere di Responsabilità…

Responsabilità nei confronti dei cittadini,nei discorsi e comportamenti,nel ricercare soluzioni efficaci e efficienti per dare a tutti la possibilità di sognare…

Forse questa è un’illusione ma diviene il credo di chi spera di sfociare in altre dinamiche di vita perché come dice il filosofo E. Morin,la prosa ci fa solo sopravvivere mentre la poesia ci fa vivere…

A me sembra che la politica sia ancora legata…strettamente ancorata alla prosa… e tutto ciò ci porta solo alla mediocrità…dov’è l’osare umano?

Libertà significa anche responsabilità. Ecco perché la maggior parte della gente ne ha paura
George Bernard Shaw

Sempre vigili

13 commenti:

  1. E vero tutto ciò che scrivi sulla responsabilità e su come l'uomo,oggi, intende questo concetto.
    Si fugge dalle responsabilità per non affrontare le implicazioni ad essa connesse.
    E per vivere senza responsabilità si rinuncia anche alla libertà.
    Tuttavia l'uomo, il cittadino dovrebbe essere educato ad assumersi l'onere della responsabilità e a dosare la sua libertà, la vera libertà.
    Ma quando uno Stato non è responsabile verso i suoi cittadini, specie verso i più deboli, verso coloro che hanno subito delle ingiustizie, allora viene meno anche quella delle persone che pensano, ad un certo punto,sbagliando, solo alla loro individualità e, senza coscienza e senso civico, attuano la massima del "chissenefrega".
    senza capire che, a breve o a lungo andare, questi comportamenti si ritoeceranno contro a livello sociale e quindi anche contro loro stessi.
    Lo Stato, questo Stato, vuole questo, per agire meglio, indisturbato, e continuare ad abusare del potere, "merce" interessata di pochi.
    E' difficile farlo capire alla gente.
    Lo dico sulla mia pelle...
    Ma bisogna lavorarci sopra.

    RispondiElimina
  2. Con amarezza condivido il pensiero di Miryam. E ovviamente il tuo bellissimo post. Vedi ad esempio cosa sta succedendo ad emergency? Prima o poi te la fanno sempre pagare. Ma la lotta per le ingiustizie comporta soprattutto questo. Resistiamo1 E non passivamente!

    RispondiElimina
  3. Cara Miryam..occorre un lavoro"responsabile"per sensibilizzare chi fa finta di non vedere...

    RispondiElimina
  4. Caro Incarcerato...lottare contro ogni tipo di ingiustizia è un dovere civile...il fatto è che spesso ci troviamo a lottare contro il potere costituito e questo ci scoraggia ma non ci piega!!!!!!!!!!!!

    RispondiElimina
  5. Ma quella non è una storiella!E' la realtà...la grottesca realtà.

    Per tanti libertà=no responsabilità cara Upupa.Occore una rieduzione completa in famiglia e nelle scuole.
    Dimenticavo...nelle scuole non è quasi più possibile..

    RispondiElimina
  6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  7. Condivido molto il pensiero di Levinas. E ognuno deve fare davvero la sua parte al di là di tutto.
    Giulia

    RispondiElimina
  8. Cara Giulia...benvenuta!!!!!!!!!!!!!!
    E' dovere di ognuno rispondere sempre:presente!

    RispondiElimina
  9. Cara Upupa,
    hai detto bene sii uomo, infatti, in fondo, per essere responsabili occorre essere adulti e la parola adulto dal punto di vista psicologico è di difficile realizzazione. In fondo, noi siamo educati, direi forgiati nel senso di colpa, invece, bisognerebbe cominciare sin da piccolissimi ad essere educati al senso di responsabilità...questo, in effetti come dice Dostoevskij sarebbe una svolta per l'umanità.
    Baci

    RispondiElimina
  10. dolorosamente vero,cara Marina...

    RispondiElimina
  11. Bellissimo post!! e verissimo!!

    Pensa è venuta da me una persona che erano 5 mesi che non si faceva vedere e mi ha detto (quasi con pretesa): "Insomma le persone ti stanno aiutando?? Hanno fatto qualcosa in questo periodo??" Io le ho risposto:
    "quello che hai fatto Tu!!" ...sai che ormai rispondo a ruota libera...

    Ma quando lo capiremo che gli altri siamo NOI????

    Ti abbraccio
    Ornella

    RispondiElimina
  12. Per TMO...bella!!!!!!!!!!!!
    Nessuno vuol capire l'equazione:io uguale noi!!!!!!!!

    RispondiElimina