FRAGOROSO SILENZIO

sabato 10 ottobre 2009

Chi legge Piero Calamandrei?


Spesso nello scrivere ho citato Piero Calamandrei,ma oggi più che mai mi sembra opportuno perché a distanza di anni,le sue parole sono profetiche e chiariscono ulteriormente la situazione che stiamo vivendo. Le parole di seguito riportate sono di un discorso tenuto al Parlamento nel 1948:

“In un regime parlamentare il Ministro,anche nei suoi atti discrezionali,è tenuto a dare al Parlamento la giustificazione politica dei motivi che lo hanno spinto ad agire in un dato modo. Non può dire:il padrone sono io!Magari lo pensa,magari sarà vero;ma finchè v’è il Parlamento, queste cose si possono pensare ma è meglio non dirle”.
Nel nostro Parlamento queste cose non solo si pensano,ma si mettono in atto,si concretizzano e ci si comporta come se così fosse!
Di fatto il nostro Premier aveva ,sin dall’inizio,un solo scopo impadronirsi del paese…e con caparbietà e costanza si è adoperato perché questo accadesse…
Si è costruito un partito,poi il Parlamento, nominando i “suoi” ministri e i propri adepti nelle varie dirigenze… e così ha iniziato l’ascesa al palcoscenico internazionale…
Non ha dimenticato però una cosa fondamentale… che per la buona riuscita di tutto ciò,doveva rendere il popolo “ignorante”… distruggere la capacità di scegliere,di valutare... i meriti e le capacità di chi sta per ricoprire cariche pubbliche…e come e cosa fare? Semplice distruggere la scuola pubblica…
E ancora una volta mi viene in aiuto Piero Calamandrei con un discorso del 1950…
“Quando la scuola pubblica è cosa forte e sicura, allora, ma allora soltanto, la scuola privata non è pericolosa. (…)Ma rendiamoci ben conto che mentre la scuola pubblica è espressione di unità, di coesione, di uguaglianza civica, la scuola privata è espressione di varietà, che può voler dire eterogeneità di correnti decentratrici, che lo Stato deve impedire che divengano correnti disgregatrici. La scuola della Repubblica, la scuola dello Stato, non è la scuola di una filosofia, di una religione, di un partito, di una setta.
Solamente in questo modo e in altri più precisi, che tra poco dirò, si può avere il vantaggio della coesistenza della scuola pubblica con la scuola privata. La gara cioè tra le scuole statali e le private. Che si stabilisca una gara tra le scuole pubbliche e le scuole private, in modo che lo Stato da queste scuole private che sorgono, e che eventualmente possono portare idee e realizzazioni che finora nelle scuole pubbliche non c’erano, si senta stimolato a far meglio, a rendere, se mi sia permessa l’espressione, “più ottime” le proprie scuole. Stimolo dunque deve essere la scuola privata allo Stato, non motivo di abdicazione. Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito. Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito. Ma c’è un’altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime.
Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto:
- rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni.
- attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette.
- dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico!
Quest’ultimo è il metodo più pericoloso. » E’la fase più pericolosa di tutta l’operazione […]. Questo dunque è il punto, è il punto più pericoloso del metodo. Denaro di tutti i cittadini, di tutti i contribuenti, di tutti i credenti nelle diverse religioni, di tutti gli appartenenti ai diversi partiti, che invece viene destinato ad alimentare le scuole di una sola religione, di una sola setta, di un solo partito […].”
Questo è quanto diceva Calamandrei…e ancora..”Difendiamo la scuola democratica: la scuola che corrisponde alla Costituzione democratica che ci siamo voluti dare; la scuola che è in funzione di questa Costituzione che può essere strumento,perché questa Costituzione scritta sui fogli diventi realtà”.
La sua attualità è sconcertante…
Ma il “viaggio” di questo nostro governo verso il raggiungimento dell’obiettivo prosegue con incessante perseveranza…
Nomina Dirigenti compiacenti,di partito,con “mezzucci” da strapazzo che poi però portano disastri ovunque,nella scuola con concorsi riservati e con criteri di graduatoria ridicoli( è stato valuto qualsiasi servizio,anche il più stupido,ma non l’essere stato nominato, dall’allora Provveditore Agli studi,psicopedagogista per dieci anni….),nelle amministrazioni pubbliche con altrettanti imbrogli…questo perché dovevano essere manipolabili,dovevano sempre dire sì e non opporsi alle scellerate “innovazioni”…
Ed è così che si arriva alla “meritocrazia”…
http://blog.panorama.it/italia/2009/10/09/rivoluzione-brunetta-ministro-rock-che-lavora-in-un-palazzo-a-rete-lenta/
Ora quei Dirigenti compiacenti dovranno dire chi è meritevole e chi no…
Tutti i “farabutti” logicamente sono farabutti e quindi “fuori”!!!!!!!!!!!
“La democrazia non è …la tirrania della quantità sulla qualità,del numero cieco sull’intelligenza individuale,della massa analfabeta sui pochi competenti colti; ma deve,per dare i suoi frutti,essere consapevole scelta dei valori individuali operata non in una ristretta cerchia di privilegiati della cultura,ma nell’ambito di tutto un popolo reso capace dall’istruzione di giudicare i più degni”.
Qualcuno vuol dire a questi “ignoranti” che è l’ora di andare a casa?E qualcuno deve dire al Premier che non è stato eletto dal popolo....lui lo dice per avere più credibilità e forza,ma non è così....
Il video mostra chi è il ministro Brunetta …..


16 commenti:

  1. Bella citazione: ma direi che questo metodo, il metodo Gelmini (pardon gelmini) è applicato a tutto:
    la sanità (a mia madre hanno detto che avrebbe avuto la visita a maggio del 2010 e questo nell'agosto scorso!) la televisione pubblica,il sistema pensionistico, persino la cura del territorioche secondo l'orrido brunetta andrebbe fornito dalle assicurazioni private (sic!)
    Distruggere il pubblico sostituendolo con il privato, possibilmente controllato dalle consorterie che fanno capo o sono amiche del capo dei capi.
    saluti

    RispondiElimina
  2. Ti posso dire con assoluta certezza che non lo leggono il folle e la ministrina.
    Loro dovrebbero tornare a scuola e in quella pubblica.
    aldo il monticiano.

    RispondiElimina
  3. A pensare che il grande Calamandrei queste cose le disse nei primi anni 50 ben sapendo che prima o poi avrebbero toccato la scuola. Questi sono i veri intellettuali, come Pasolini e Sciascia, che sono lungimiranti nel tempo. Mi dispiace solamente che questi tempi siano arrivati...ma continueranno a farlo perchè il popolo è dormiente. Peccato che l'onda si sia affievolita nel tempo, eppure riponevo tutte le speranze in quel movimento nato spontaneamente...

    RispondiElimina
  4. Cara Upupa...ma purtroppo mi pare ovvio che non sappiano neppure chi sia questo grande personaggio!
    Pur conoscendolo non saprebbero comprenderlo.

    RispondiElimina
  5. per Pablito...ormai nel nostro paese si fa di tutto per distruggere ciò che c'è di buono!

    RispondiElimina
  6. per monticiano....magari tornassero a scuola...imparerebbero qualcosa!

    RispondiElimina
  7. Per incarcerato...no,l'onda non è finita...anche oggi,in occasione della visita di Napolitano alla Sapienza,hanno dimostrato...è che troppo spesso non ne danno notizia!

    RispondiElimina
  8. per Guernica...hai ragione....troppo profondo!

    RispondiElimina
  9. Purtroppo Pablito ha ragione. E purtroppo certi discorsi non sono più considerati.... Aggiungo che oramai si vuole sostituire la propria logica (alludo ai politici) con la logica ed il buon senso. Si cerca di stupire con frasi assurde, così assurde da riuscire quasi a passare per vere. E' incredibile tutto ciò ma sta accadendo.

    RispondiElimina
  10. PER rOCK...e noi dobbiamo fare in modo che la smettano!!!!!!!

    RispondiElimina
  11. Upupa,
    il punto è che Berlusconi è malato...ha bisogno d'aiuto.

    RispondiElimina
  12. Cara marina ...l'aiuto glielo darei io!!!!!!!!!!!

    RispondiElimina
  13. Eccomi quì Upupa
    Più arrabbiata che mai!
    Berlusco è impastato da tutte le parti ed ha creato e stà creando danni enormi a questo Paese.
    E' inverosimile che mentalmente non si arrivi a comprendere una cosa così palesemente cristallina.
    E' inverosimile che l'italiano medio non riesca proprio ad intuire che questo signore sguazza nel torbido a spese degli italiani.Si permette di chiamare Di Pietro giustizialista è un fuori legge.
    Mi chiedo come un omuncolo anonimo, nato nel
    1936 nell'allora ridente città di Milano, venditore porta a porta di spazzole elettriche e fotografo di salto in matrimoni e funerali, sia arrivato con nessuna fatica a raggiungere i vertici del potere.

    Mi chiedo come sia riuscito ad ammaliare una
    certa sfera di italiani creduloni e sognatori che,ancor oggi, non capiscono dove l'esimo dottore dotato di bacchetta magica voglia arrivare.

    Abbiamo dato tanto, noi italiani. Abbiamo dato
    soprattutto la nostra dignità che è stata lacerata dalle mosse astute di questo ometto dai tacchi quadrati e data in pasto all'opinione pubblica mondiale.

    No, non avevamo bisogno di questo
    insulso secondo atto. Affatto.
    Molti Paesi hanno combattuto una guerra per
    molto meno, perchè avevano una dignità da far
    rispettare e da difendere.

    La guerra è una cosa opprimente, ma ben si sa
    che al suo termine riporta pace, serenità e
    rifioritura, specie economica.
    Ho sempre pensato che l'unico modo per tornare alla normalità sia una vera e propria rivoluzione, che non prenda di mira il solo Berlusk, ma la politica in generale...

    In una società corrotta come la nostra gli atti drastici sono ormai l'unica via per il cambiamento.
    Rivoluzione e anarchismo (non anarchia, sono due cose .

    Ma pensandoci bene In fin dei conti, finché l'italiano avrà cibo nel piatto, il calcio e qualche passatempo, non avverrà mai un rivoluzione né una guerra civile. Mai!!

    dovessero anche instaurare domani un regime comunista: l'italiano è pigro, e la sua pigrizia lo rende squisitamente adattabile a qualunque circostanza.

    Ma ho la magra speranza che quando comincerà a mancare il cibo, allora il popolo rispolvererà il fucile...... VIVA l'ITALIA E GLI ITALIANI...ME COMPRESA SENZA VOLER OFFENDERE NESSUNO ....SCUSATE QUESTO MIO SFOGO....GRAZIE
    LINA

    RispondiElimina
  14. Grande Calamandrei!!
    Ma devo dare ragione a Guernica..... lo conoscono "forse" solo di nome!!
    Ti abbraccio (lo spessore non è di questi tempi....)
    Ornella

    RispondiElimina
  15. Per Lina...cosa aggiungere?hai perfettamente ragione in tutto!!!!!!!!

    RispondiElimina
  16. Per TMO...LO SPESSORE NON è DI QUESTI TEMPI,LA RIVOLUZIONE NON è DI QUESTI TEMPI,LA MORALITà NON è DI QUESTI TEMPI...MA COSA ABBIAMO OGGI?

    RispondiElimina