Ho sempre pensato che il potere della magistratura, nel nostro paese,è un potere devastante per i cittadini; e oggi lo è ancora di più perchè è un mondo sordo e cieco di fronte ai diritti, se aggiungiamo poi che tra i magistrati ci sono sceriffi con un super ego straripante legittimati da forze dell’ordine incompetenti e repressive e da una politica legata a doppio taglio con la magistratura,otteniamo un sistema che diventa paranoico e ultra repressivo…forse solo così si può spiegare l’oscenità della custodia cautelare.
Così come è pensata la magistratura sta diventando veramente il male della democrazia,disparità di trattamento,incertezza del diritto, interpretazioni di leggi con svariati distinguo e ardimentose letture.
Distinguo non solo tra tribunali diversi ma anche tra sezioni diverse,una vera giungla dove il cittadino è costretto alla caccia di un giudice capace.
Il dramma è che questi sceriffi non si rendono conto che per le loro perverse interpretazioni e per le loro letture fantasiose un cittadino ne fa le spese e a volte non sono semplici o recuperabili eventi, ma sono tragedie…come per Niki…
E ora venite a dire:
«Non potevamo
arrestare Niki», lui però è morto
La procura di Firenze che condusse nel 2008 l’operazione premium
da cui scaturì l’arresto di 17 persone – tra le quali Niki Aprile Gatti, morto
nel carcere di Sollicciano in circostanze poco chiare – non aveva competenza
sul caso. È quello che è emerso durante l’udienza preliminare della
settimana scorsa celebrata dopo ben sette anni dagli arresti preventivi.
Un caso clamoroso: i pm
fiorentini che nel 2008 spedirono in custodia cautelare decine di indagati – tra i quali pezzi grossi come Piero
Mancini, allora presidente dell’Arezzo e imprenditore di successo, e
Giovanni Cappietti – non
avevano competenza sul caso: spettava invece al la procura di Arezzo occuparsi
della presunta associazione a delinquere finalizzata alle truffe telematiche
con i numeri 899.
Una vicenda inquietante, un
tortuoso percorso giudiziario dalle tinte fosche se si pensa che nell’ambito di
quella inchiesta muore Niki Aprile Gatti.
Noi de Il Garantista abbiamo
raggiunto Ornella Gemini – la madre del ragazzo che da
anni lotta per avere verità e giustizia – e commenta la notizia con dolore: «Apprendo
che i giudici fiorentini nemmeno dovevano aprire l’inchiesta per cui Niki era
indagato, apprendo che eventualmente la procura doveva essere quella di Arezzo,
apprendo che riparte tutto da lì e che tutto ciò che si è svolto è stato
azzerato!».
Ornella Gemini a questo punto
continua con dolore e rabbia : «Azzerato?
Hanno azzerato anche mio figlio portandolo a Firenze. Ma a questo punto mi
domando se mio figlio a Sollicciano ci doveva stare, oppure non era il carcere
di competenza? Hanno azzerato il riciclaggio di denaro sporco a favore di
un’associazione mafiosa, azzerato tutto. Si riparte da zero. Come si azzerano i
presunti contatti con la mafia?».
La madre di Niki non si
dà pace: «Da zero? E mio figlio che era in custodia ”cautelare” come è
stato cautelato dallo stato Italiano? Portandolo in un carcere duro e
”lasciandogli” i lacci? Consegnandogli un telegramma che non avrebbero dovuto
ricevere visto che era in isolamento? Affiancandogli un avvocato che nulla
aveva a che fare con il nostro contesto? Mettendolo in cella da incensurato con
due detenuti ad alta pericolosità? Non consentendogli di fatto i contatti con
la famiglia? Cosa devo pensare. che se si fosse avvalso della facoltà di non
rispondere oggi sarebbe vivo? Devo pensare che è stato tutto un errore e che
tutto verrà archiviato o prescritto? E perché hanno svaligiato il suo
appartamento dopo la morte, queste persone cosa cercavano?».
Ornella continua: «Che azzerassero allora anche le
archiviazioni per suicidio! Visto che mio figlio mai si sarebbe suicidato, devo
pensare che non sono stati valutati a Firenze tutti gli elementi che avevano a
disposizione?». E
conclude: «Non ci ho creduto neppure per un attimo, così come non lo crede
chi ha conosciuto Niki in vita e chi ha avuto modo di conoscere la sua vicenda
attraverso il suo blog. Cosa devo pensare che ho perso un figlio che era la mia
vita per errore? Sono pronta ad azzerare tutto, fatemi tornare a casa mio
figlio, una casa in cui dal 24 giugno 2008 non si vive più!».
La vicenda di Niki Aprile Gatti
è piena di ombre. Muore
all’età di 26 anni nel carcere di Sollicciano il 24 giugno del 2008,
all’interno della cella numero 10, IV sezione. Era in carcerazione preventiva
da appena quattro giorni. Ufficialmente si sarebbe suicidato con un laccio
delle sue scarpe annodato alla grata della finestra del bagno.
Ma per i familiari ci sono
elementi e discordanze che fanno pensare a un suicidio simulato: il
verbale del carcere attesta
un sereno dialogo tra Niki e un agente alle ore 10 del 24 giugno, stessa
ora e data in cui la perizia indica la morte di Niki; c’è il dubbio sul fatto che un
laccio di scarpe possa sorreggere il peso di un uomo di 92 chilogrammi; ci sono testimonianze discordanti dei due compagni di cella; c’è la presenza illegittima dei
lacci di scarpe nella
cella con due detenuti autolesionisti e ad alta sorveglianza; l’autopsia in un
primo momento parla di impiccagione con strisce di jeans, nonostante l’evidenza
del segno sottilissimo sul collo e la restituzione dei medesimi pantaloni
intatti.
Niki Aprile Gatti viene
arrestato il 19 giugno del 2008 a San Marino, insieme ad altre diciassette
persone, con l’accusa di presunta frode informatica nell’ambito dell’inchiesta
Premium: incriminate
la Oscorp SpA (dove lavorava Niki), Orange, OT&T e Tms, tutte residenti a
San Marino; la Fly Net di Piero Mancini, Presidente dell’Arezzo Calcio,
più altre “società offshore” con sede a Londra.
L’inchiesta Premium è stata
avviata grazie alle denunce di migliaia di utenti di Firenze e Arezzo truffati
a causa della tariffa maggiorata degli 899 o attraverso connessioni illegali a
internet. Tale
inchiesta si è andata a intrecciare ad altre indagini che approdano al filone
perugino legato alle dichiarazioni
del pluripentito – e molto spesso smentito per le sue dichiarazioni fasulle –
Salvatore Menzo: mafia,
broker che viaggiavano tra Londra e l’Italia, business di compagnie
telefoniche, odor di riciclaggio riciclaggio di denaro sporco tramite società
finanziarie, omicidi, conoscenze importanti come un esponente importante della
Guardia di Finanza. Uno degli indagati dell’inchiesta Premium era stato intercettato
mentre parlava con il mafioso Salvatore Menzo per aiutarlo a riciclare il
denaro – si parla
di 55 milioni di euro – tramite lo Stato di San Marino.
Niki Aprile Gatti non
viene trasferito al carcere di Rimini così come avviene per gli altri 17 arrestati,
ma, solo fra tutti, presso quello di Sollicciano.
Al termine dell’interrogatorio
di garanzia, Niki è l’unico tra gli indagati a non avvalersi della facoltà di
non rispondere. Si dichiara innocente e vuole uscire dal carcere al più presto. Nonostante ciò, gli viene confermata la
custodia cautelare: poche ore più tardi, nella mattinata di martedì 24 giugno
2008, Niki viene trovato morto dai suoi compagni di stanza.
La madre, Ornella Gemini, viene
avvisata direttamente sul suo cellulare: rito inusuale e senza rispetto del
protocollo. Niki, secondo i familiari e gli avvocati, è stato ucciso
proprio perché, da innocente, forse poteva rivelare alcuni elementi che
avrebbero potuto creare enormi problemi.
Il Magistrato Lupi ha
archiviato definitivamente la morte di Niki come suicidio. Ma senza chiarire le
contraddizioni ben esposte dall’opposizione fatta dai familiari della vittima.
La prima opposizione fatta
dalla famiglia, tra l’altro, sparì misteriosamente nei meandri della Procura.Così
come sparirono i computer nell’appartamento di Niki a San Marino e che non
furono mai sequestrati dalla Procura di Firenze: ma Niki non era stato
arrestato e rinchiuso preventivamente in galera proprio per reati informatici? Ad oggi, domande senza risposta e con
un’altra inquietante notizia: la Procura di Firenze non era di competenza e il
processo si è azzerato. La prescrizione è vicina.
Possiate avere lunghi momenti di riflessione e di pentimento!
Ma dovreste essere"uomini" e non lo siete!
Sempre vigili
Mi esce solo la parola è VERGOGNOSO !!!!
RispondiEliminaps in tv danno spazio a questo caso ? trasmissioni tipo "chi l'ha visto" hanno aiutato a fare riaprire dei casi , chissà forse ci vuole un santo protettore anche per fare cio !!
Cara Iolanda, io non capisco tanto, so solo che da quanto si legge mi pare che potrei definire, crimini della giustizia, almeno così si chiama.
RispondiEliminaÈ una vergogna che non possa andare avanti per sapere una volta la verità.
Ciao e buona serata cara amica.
Tomaso