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FRAGOROSO SILENZIO
domenica 13 aprile 2014
Carcere...Giallo sulla morte di Niki Aprile Gatti,ispezione nel carcere di Sollicciano
Oggi su Marsicalive…
Giallo sulla morte di Niki Gatti, ispezione di Battista e
Bonafede nel carcere di Sollicciano
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Bonafede e Di
Battista ispezione a Sollicciano, il carcere più duro d’Europa
Il 17 marzo Alessandro Di Battista (M5s) ha depositato un’ interrogazione parlamentare destinata al Ministero della
Giustizia per far chiarezza sulla morte dell’informatico Niki Aprile Gatti avvenuta nel carcere di Sollicciano il 24 giugno
2008. Il ragazzo è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta Premium
(numerazioni 899) insieme ad altre 17 persone ed è stato l’unico a non
avvalersi della facoltà di non rispondere. Niki era incensurato e per presunta
frode informatica da Cattolica è stato tradotto, solo lui, al carcere
fiorentino, considerato uno dei più duri d’Europa, e ciò è confermato anche dal
un fatto accaduto in questi ultimi giorni: l’Inghilterra ha vietato l’estradizione di Hayle Abdi Badre, cittadino somalo accusato
dalla Procura di Firenze di reati finanziari, perchè sarebbe potuto
essere recluso a Sollicciano. L’istituto fiorentino, insieme ad altri,
viene considerato non
idoneo per la detenzione. Infatti la Corte
Europea ha condannato l’Italia per condizioni inumane e degradanti, poiché è
stato ( e viene tuttora) violato l’articolo 3 della Convenzione europea
sui diritti umani. Sollicciano nel corso del tempo è stato interessato da
diverse morti, alcune da accertare. I deputati Di Battista e Alfonso Bonafede (Vice Presidente della Commissione Giustizia) si
sono recati presso il carcere di Sollicciano, proprio per verificare il numero
dei suicidi, degli atti di autolesionismo e le condizioni in cui versa la
struttura. L’Istituto è entrato in funzione nel 1983, ma sembra una struttura
molto più vecchia: è fatiscente, le mura in alcuni punti sono marce a causa
delle infiltrazioni di acqua, non ci sono differenze fra celle ed uffici
entrambi versano in condizioni di degrado. I detenuti hanno lamentato
l’impossibilità di fare attività rieducative, o semplicemente guardare la
televisione. Il personale ha lamentato la scarsità di mezzi finanziari per la
manutenzione della struttura e sono sotto organico. Ma ciò che ha destato
sorpresa è un’incongruenza
fra i dati dell’Istituto e quelli delle associazioni che si occupano di morti in carcere. Il 24
aprile 2009 sul dossier di Ristretti Orizzonti, ripreso poi dai quotidiani
nazionali, da blog e da un’interrogazione parlamentare dei Radicali, risulta
che a Sollicciano è morto un ragazzo marocchino:Ihssane Fakhreddine, invece
dai documenti, visionati da Bonafede e Di Battista, è risultata un’altra
persona, di altra nazionalità ed oggi sono scomparsi i riferimenti su Ihssane Fakhreddine. Nessuno in questi anni ha sollevato
questa divergenza, come mai? Si
apre uno scenario pieno di dubbi e interrogativi ed i deputati del Movimento 5
stelle vogliono assolutamente fare chiarezza e continueranno ad indagare.
Samanta DI Persio
Sempre vigili
domenica 6 aprile 2014
Ministro Boschi,si comincia dalla cultura!
All'uomo irrazionale interessa solamente avere ragione. All'uomo razionale interessa imparare.
( Karl Popper )
Non credo sia blasfemo dire che gli italiani si
dissetano all’unico abbeveratoio che conoscono: la televisione.
I più non leggono i giornali e tanto meno libri; in pochi navigano in Internet con lo
scopo di informarsi,di ampliare le proprie conoscenze, di confrontare notizie.
Così ,quando la Lega, all’insegna del motto” le idee
non si arrestano”,i “ dotti” italiani pensano che sia cosa buona e giusta! Non
che il concetto sia sbagliato,è l’uso che ne fa e la situazione in cui lo sbandiera che dovrebbe far riflettere.
Anche le promesse fatte per un ventennio dal
mistificatore,dal milione di posti di lavoro, al ponte sullo Stretto,alle grandi
riforme costituzionali,al taglio degli stipendi dei parlamentari,erano cosa buona
e giusta,ma la realtà è stata ben altra…
Una realtà amara, piena di falsi annunci, di false
lotte all’evasione,di false preoccupazioni per i cittadini che interessano solo
in quanto limoni da spremere.
Rassicurarli con il “faremo,cercheremo,innoveremo…”
è deriderli,è privarli di quella dignità cognitiva che i cittadini, pochi,
tentano continuamente di rivendicare nelle manifestazioni,là dove non vengono
malmenati,arrestati o denunciati…o nei Blog di denuncia,nei tanti siti
specifici…
Come osi protestare?
E questi cittadini,in Internet, non giocano al
massacro,come fa qualcuno, non cercano un soffio virtuale,provano a
confrontarsi, a capire come sopravvivere ad una dirigenza nazionale inetta e
becera capace solo di coniare slogan moschicidi.
E’ la TV che fa da padrona per la formazione dell’opinione
pubblica generale,ma ci si sofferma spesso alla “forma” delle parole e non alla
sostanza. E così, i vari figuranti dei salotti allestiti per l’uso, più parlano
e più il vuoto prende forma e si riempie di niente.
Solo trucchi studiati per anestetizzare le menti,
per distogliere l’attenzione e dirigerla su altro.
Forse per non raccontare che il paese ormai è al
collasso ed ha bisogno della badante tedesca?
Così, per nascondere l’inevitabile, si alzano i toni
e non per risolvere i problemi per crearne…
Così accade che i politicanti di bell’aspetto
disprezzano con saccenza la cultura,l’esperienza, lo studio, ma quando la
politica non riconosce ,anzi,disprezza la cultura vuol dire che il paese oltre
alla disoccupazione mortificante,alla povertà che avanza implacabile,alla
corruzione dilagante,ha un altro grande problema: un’ignoranza degenerativa che
mostra debolezza,mancanza di capacità e conoscenze per attuare cambiamenti
reali e necessari, eccessivamente sbandierati e dichiarati già FATTI.
E’ quello che ha fatto,a mio avviso,il ministro
Boschi accusando i “ professoroni” di aver sempre ostacolato le
riforme,dimenticando volontariamente che questi “ professoroni” un potere
politico non l’hanno mai avuto e il più delle volte non sono stati ascoltati.
E’ vero che nel passato i tanti professori di
diritto hanno avuto reazioni a dir poco negative su alcune riforme,ma non si può
sempre buttare il bambino con l’acqua sporca.
Competenza è anche confrontarsi e saper distinguere…
Cosa che non ha fatto neanche il “ segugio” Nardella che puntualmente e con ostentata sicurezza
indica la via da seguire…la sua!
Visto che, in breve tempo, ha scalato la piramide
della carriera e della notorietà e la TV benedice.
Come reggeremo le sfide globali????????
Con un esercito di scalatori della notorietà o con
idee,competenze,valori di cittadinanza e di bene comune????
L’urgenza Nazionale
la superiamo con il giovane uomo che ha fretta e che si dichiara “ rullo
compressore” ?????????
Lo spero!!!!!!!!!!!
Sempre vigili
martedì 18 marzo 2014
Niki Aprile Gatti, Alessandro Di Battista e un'altra interrogazione parlamentare...
"L'indifferenza è la paralisi dell'anima,è una morte prematura" A Checov
Il Movimento
cinque stelle si occupa di nuovo di Niki…e lo fa con un’interrogazione
parlamentare presentata da Alessandro Di
Battista …
Questa una
parte del testo.
"Qualche
giorno fa ho parlato con la mamma di Niki Gatti. Niki il 24 giugno 2008 fu
ritrovato morto nella sua cella. Il reato a lui contestato: frode informatica.
Fu arrestato insieme ad altre 17 persone, solo Niki ha risposto ai magistrati
durante l’interrogatorio di garanzia, tutti gli altri si sono avvalsi della
facoltà di non rispondere. Tanti misteri: un livido a forma di cerchietto sul
braccio, testimonianze dei compagni di cella divergenti, un furto nell’azienda
dove lavorava e uno nella sua abitazione e tutti gli indagati sono tornati
liberi. Niki ha collaborato con la giustizia, ma per lui giustizia ancora non
c’e’ stata: la sua morte archiviata come suicidio. La madre Ornella Gemini
chiede verità e giustizia da quasi 6 anni, il Ministro della Giustizia ha il
dovere di intervenire per rispondere agli interrogativi.
Io ho appena
depositato un’interrogazione al riguardo. Mi auguro che il Ministro Orlando
risponda rapidamente e che vi siano giornalisti e blogger interessati ad
approfondire la vicenda e riaccendere dei riflettori su uno dei migliaia di
casi italiani ancora troppo oscuri. Un abbraccio a Ornella e alla sua
famiglia."
Inoltre l'Onorevole si augura che vi siano giornalisti e blogger interessati ad approfondire la vicenda di Niki e riaccendere i riflettori su questo caso ancora senza verità...
Quella depositata dall’On. Alessandro Di Battista,è la quarta
interrogazione parlamentare a chiedere che si faccia luce sulla misteriosa
morte di Niki Aprile Gatti.
Queste le altre interrogazioni....
- Legislatura
16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-04216
24 giugno 2008 Niki Aprile Gatti, 26 anni, muore dopo appena 4 giorni dal suo arresto nel carcere di Sollicciano (FI) apparentemente per un suicidio inspiegabile, in cui sebbene le indagini a quanto - Legislatura
16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03187
quanto risulta all’interrogante: si apprende da notizie di stampa che il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze ha deciso di archiviare l’indagine sulla morte di Niki Aprile Gatti - Legislatura
16º – Aula – Resoconto stenografico della seduta n. 468 del 06/12/2010
utenti interessati. (4-04215) LANNUTTI – Al Ministro della giustizia – Premesso che: il 24 giugno 2008 Niki Aprile Gatti, 26 anni, muore dopo appena 4 giorni dal suo arresto nel carcere di - Legislatura
16º – Aula – Resoconto stenografico della seduta n. 383 del 19/05/2010
‘interrogante: si apprende da notizie di stampa che il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze ha deciso di archiviare l’indagine sulla morte diNiki Aprile Gatti avvenuta in carcere mentre era - Legislatura
16º – Aula – Resoconto stenografico della seduta n. 400 del 06/07/2010
morte di Niki Aprile Gatti, che fu arrestato e venne trasferito a Firenze, nel carcere di Sollicciano. Si è trattato di uno stranissimo suicidio, e la mamma chiede ragione e giustizia. Trenta giorni dopo
Questo è il nuovo indirizzo del Blog di Niki Aprile Gatti....dopo l'attacco informatico e la rimozione del Blog, la mamma ne ha realizzato un altro...
http://nikiaprilegatti.com/
http://nikiaprilegatti.com/
Quanto occorre aspettare ancora?
Non
ci prenderete mai per stanchezza!!!!!!!!!!!
Sempre
vigili
venerdì 28 febbraio 2014
Maroni rompe i maroni...
Si grida al cambiamento,lo si invoca,lo si pretende…
La realtà è che nessuno vuole il cambiamento perché il
sistema non lo consente,pena ritorsioni da chi il sistema lo ha consolidato.
Ma il paese soffre…
Così accade che l’Italia è al 48 posto della lista
dei paesi per tasso di alfabetizzazione infatti
cinque
italiani su cento sono analfabeti, trentotto su cento leggono con difficoltà
una scritta semplice, l’abitudine alla lettura di libri non coinvolge più del
venti per cento della popolazione.
Il linguista Tullio De Mauro cita vari
studi, concludendo che nel 2008 soltanto il 20 per cento della popolazione
adulta italiana possiede gli strumenti minimi indispensabili di lettura,
scrittura e calcolo necessari per orientarsi in una società contemporanea.
19 dicembre 2013-repubblica.it
L'Italia è tra i paesi peggiori d'Europa per abbandono
delle aule: lascia i banchi troppo presto il 17,6% degli alunni, con punte del
25% nel Mezzogiorno. A renderlo noto è l'Anief (l'associazione che riunisce gli
insegnanti italiani), che sottolinea come ci stiamo allontanando troppo dalla
media dei 28 Paesi dell'Ue, scesa quest'anno al 12,7%, e all'obiettivo
comunitario del raggiungimento del 10% entro il 2020. Sono ancora cinque le
nazioni ancora molto lontane da questa meta; tra loro anche l'Italia, che per
numero di 18-24enni che hanno lasciato gli studi prima del tempo è riuscita a
fare peggio anche della Romania, che è al 17,4%.
E ancora…
Come se non bastasse, poi, in Italia la spesa in istruzione è sempre più
misera: tanto che (dati Ocse alla mano) il nostro Paese si piazza per
investimenti nella scuola al 31esimo posto tra i 32 considerati. Solo il
Giappone fa peggio di noi. Per non parlare degli stipendi degli insegnanti, tra
i più bassi: con 32.658 dollari l'anno nel 2010 nella scuola primaria (contro i
37.600 della media Ocse), 35.600 dollari nella scuola media (39.400 Ocse) e
36.600 nella secondaria superiore contro 41.182 dell'area Ocse.
Il problema è complesso, ma nessuno
ne parla anche perché i media sono distratti dal nulla,la politica intenta a
celebrare se stessa, la società intera a proclamare i tanti debiti che
affliggono i più…
Nessuno si pone il problema…occorre
mettere in campo scelte concrete per riconoscere il valore e il lavoro della
scuola.
Scelte da tempo attese di “concreta
valorizzazione del sistema pubblico di istruzione e formazione,quale risorsa
decisiva per la ripresa della crescita dell’intero paese”…
E cosa leggiamo???
In Lombardia Maroni ha archiviato
una petizione con 15 mila firme promossa dall’associazione “ Non uno di meno”
che chiedeva l’abolizione dei buoni scuola. Risorse regionali che finiscono
nelle tasche delle scuole private, mentre le risorse per la scuola pubblica
sono state falcidiate…da 24 milioni a 5 milioni, per i buoni scuola si è
passati da 33 milioni a 30 milioni…
E ancora …
La regione ha pensato bene di
rivedere i criteri di calcolo per accedere ai buoni scuola.
Per le famiglie con figli alla
scuola pubblica, per avere il contributo che va da 60 euro a 290, occorre
dimostrare di avere un ISEE non superiore a 15000 euro, per le famiglie che
scelgono le private,con un buono di 2000 euro,il tetto ISEE è stato alzato a 38000!!!!!!!!!!!!!
Non animus surdis.
( Non cantiamo ai sordi)
Sempre vigili
martedì 18 febbraio 2014
Auguri Niki...mi piace ricordarti così....
Mi perdoni chi dice,credendoci veramente, parole forti e
forse anche speranzose, come la morte non è niente, sono passato solo dall’altra
parte…
Non volevo che tu passassi dall’altra parte, non volevo che
tu non potessi più sognare e realizzare i tuoi sogni, non volevo che tu non
potessi mai più abbracciarmi e dirmi ciao zietta, non volevo che tu non potessi
più prendere un caffè con me, non volevo che tu non potessi più farmi
abbracciare un tuo “cucciolo” che avrei amato come mio,non avrei mai voluto
vederti come ti ho visto, non volevo che tu avessi visto spegnersi il sole nei
tuoi occhi, non volevo che tu non potessi mai più amare, vivere, soffrire come noi
umani. Non volevo che tu non ridessi più, non volevo che tu non avessi più la
stessa voglia di giocare che viveva con te, che era te… Allora non mi serve un
sermone, non mi serve pensare ad un mondo che non c’è, mi serve un tuo
abbraccio…
Non avrei mai voluto incontrare
persone che ti ricordano, volevo incontrare persone che gioivano con te, volevo
vivere con te!
La tua assenza distrugge ogni sogno, ogni speranza, ogni giorno
di festa e non,ogni buon proposito…non perdonerò, non scuserò, non capirò mai
chi ha provocato tutto questo…
Non volevo venire da te dove sei, volevo venire da te con bicchieri
e bottiglia per brindare ai tuoi meravigliosi 32 anni!!!!!!!!!!!!!!!!!!
A voi che siete gli
artefici di tanto disastro vi auguro di provare solo in parte ciò che abbiamo
provato noi perché sarebbe sufficiente a farvi impazzire…e non credete che il
tutto sia come lo state vivendo …con la semplicità della vostra indifferenza…tutto
ritorna!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Chi dice che la morte non è niente…è così??????????????
Niki, un abbraccio grande come non mai!!!!!!!!!!!!
Zietta
lunedì 10 febbraio 2014
Che animale sei?
Ho letto questo articolo e mi è sembrato più che esaustivo, così lo
pubblico per cercare di capire (meglio) insieme la disavventura di questa
società che va sempre di più alla deriva…
La polizia postale ha sequestrato il video del pestaggio di Bollate…
Da :http://www.lettera43.it/
Rapaci, voraci,
autoassolutorie. Danno il cattivo esempio. E non hanno remore. Ma a pagare le
conseguenze sono i figli.
Senza un aiutino da parte della famiglia non si diventa come Gianna,
Giovanna, o comunque si chiami quell’adolescente subumana, un fagotto in tuta
grigia, sneakers e capelli mal tinti, che fuori da una scuola di Bollate ha
preso a calci in testa una coetanea fra le urla di incitamento dei compagni.
Nessuno di loro è intervenuto in difesa dell’aggredita, ma anzi tutti pronti a
filmare la scena e a postarla su Facebook, ignari persino delle conseguenze
penali del gesto.
EDUCAZIONE, QUESTA SCONOSCIUTA. Senza una madre come quella di Giovanna, che sempre sui social network scrive una giustificazione incerta e deresponsabilizzante nel tono e nel lessico («le persone possono anche sbagliare»), non si cresce come Giovanna. Senza madri come quelle di Giovanna, si apprende che si chiede scusa quando si urta qualcuno in metro con lo zaino, che si fa passare avanti la signora anziana in fila al supermercato, che si abbassa il tono del cellulare in treno, che se si prende un brutto voto a scuola la colpa è nostra e non dell’insegnante a cui siamo antipatici e che dunque va insultato e minacciato, meglio se da tutta la famiglia.
PORTATRICI DEL CATTIVO ESEMPIO. Ma le madri di Giovanna sono ormai la maggioranza. Ripercorrendo la cronaca degli ultimi mesi, troviamo solo mamme che favoriscono la prostituzione delle figlie per potersi comprare borse griffate e biglietti per concerti, madri che invitano i figli ergastolani evasi a non costituirsi «in memoria di tuo fratello morto per liberarti», madri che giustificano appunto un pestaggio brutale, condotto fra bestemmie e auguri di morte.
NON SONO CASI ISOLATI. Che cosa può aver visto in casa, una ragazzina, per comportarsi in quel modo? Quali conversazioni ha ascoltato, sempre che il termine “conversazione” sia adatto a scambi verbali che hanno prodotto quel risultato? Che cosa ha letto, o non ha letto? Che cosa ha guardato, che cosa ha visto, che cosa le è stato proposto da padre, madre, fratelli? Come si trascorrono le serate, nella famiglia di Giovanna?
Ognuno da solo davanti a Facebook con il proprio lessico minimo e le proprie afasie? E se credete che questi siano casi isolati, casi di cronaca ben diversi dalla realtà, provate a guardarvi attorno.
EDUCAZIONE, QUESTA SCONOSCIUTA. Senza una madre come quella di Giovanna, che sempre sui social network scrive una giustificazione incerta e deresponsabilizzante nel tono e nel lessico («le persone possono anche sbagliare»), non si cresce come Giovanna. Senza madri come quelle di Giovanna, si apprende che si chiede scusa quando si urta qualcuno in metro con lo zaino, che si fa passare avanti la signora anziana in fila al supermercato, che si abbassa il tono del cellulare in treno, che se si prende un brutto voto a scuola la colpa è nostra e non dell’insegnante a cui siamo antipatici e che dunque va insultato e minacciato, meglio se da tutta la famiglia.
PORTATRICI DEL CATTIVO ESEMPIO. Ma le madri di Giovanna sono ormai la maggioranza. Ripercorrendo la cronaca degli ultimi mesi, troviamo solo mamme che favoriscono la prostituzione delle figlie per potersi comprare borse griffate e biglietti per concerti, madri che invitano i figli ergastolani evasi a non costituirsi «in memoria di tuo fratello morto per liberarti», madri che giustificano appunto un pestaggio brutale, condotto fra bestemmie e auguri di morte.
NON SONO CASI ISOLATI. Che cosa può aver visto in casa, una ragazzina, per comportarsi in quel modo? Quali conversazioni ha ascoltato, sempre che il termine “conversazione” sia adatto a scambi verbali che hanno prodotto quel risultato? Che cosa ha letto, o non ha letto? Che cosa ha guardato, che cosa ha visto, che cosa le è stato proposto da padre, madre, fratelli? Come si trascorrono le serate, nella famiglia di Giovanna?
Ognuno da solo davanti a Facebook con il proprio lessico minimo e le proprie afasie? E se credete che questi siano casi isolati, casi di cronaca ben diversi dalla realtà, provate a guardarvi attorno.
Rapaci, voraci, autoassolutorie: sono le
madri 2.0
La brutta moda delle madri rapaci, voraci, autoassolutorie, avide di tutto
e pronte a prenderselo anche attraverso i figli «perché quello che non ho avuto
io deve averlo lui» è diffusa oggi come 20-30 anni fa, quando essere madre era
una gioia, magari un dovere, ma non certo uno status, non sarebbe mai stato
neanche possibile immaginare.
Le madri di oggi, vittime di una cultura che favorisce l’autogratificazione sempre e comunque, fosse pure nella scelta di uno yogurt cremoso, si vivono come Giunone, portatrici di eternità e generatrici di impagabili geni, e i segnali iniziano presto, con il puerperio.
QUELLO SGUARDO CARICO DI RABBIA. Alla prima carrozzina che vi falcia le caviglie sul marciapiede perché non vi siete scostati abbastanza velocemente, osservate lo sguardo della madre che la spinge e lo coglierete accigliato, carico di rabbia e di dignità offesa: lei ha sacrificato notti in discoteca, viaggi di lavoro in posti lontani, cene con gli amici, un giro vita di vespa per dare un figlio alla patria e voi non vi prostrate timorosi e adoranti?
L'ARIA STRAFOTTENTE E I CAPELLI TINTI. Sono le stesse madri che, due anni dopo, trovate in metropolitana mentre occupano due posti, lei e il piccolo, senza prenderlo in braccio anche se sulla carrozza rimangono in piedi tre anziani. Le stesse madri che, nei due anni successivi, lasciano l’auto accesa in mezzo alla strada per accompagnare il bambino proprio davanti al portone della scuola, e che per tutto il suo percorso scolastico tormenteranno gli insegnanti, tutti inequivocabilmente incapaci di riconoscere i segni del disagio in quel figlio che potrebbe fare tanto bene «se adeguatamente stimolato».
La madre di Giovanna con i suoi pigolii di donna vinta, i capelli tinti in casa e l’aria strafottente della ragazzina raccontano certo un’altra realtà, anche sociale.
LA PIAGA DELLA DERESPONSABILIZZAZIONE. Ma il tema è identico. E riguarda il senso di onnipotenza in cui non solo culliamo, ma in cui cresciamo i nostri figli, e di cui noi stessi vorremmo godere attraverso di loro. Un sentimento ancora più pericoloso perché postula la deresponsabilizzazione: «Le persone possono anche sbagliare». No, madre di Giovanna: non “le persone”, figura astratta, generica, appartenabile alle altre categorie sulle quali scarichiamo i nostri fallimenti come “la società”, “la scuola”, “i nostri tempi”, ma “mia figlia”. «Mia figlia ha sbagliato, io ho sbagliato». La società che forma i nostri figli siamo noi. La colpa è nostra.
Le madri di oggi, vittime di una cultura che favorisce l’autogratificazione sempre e comunque, fosse pure nella scelta di uno yogurt cremoso, si vivono come Giunone, portatrici di eternità e generatrici di impagabili geni, e i segnali iniziano presto, con il puerperio.
QUELLO SGUARDO CARICO DI RABBIA. Alla prima carrozzina che vi falcia le caviglie sul marciapiede perché non vi siete scostati abbastanza velocemente, osservate lo sguardo della madre che la spinge e lo coglierete accigliato, carico di rabbia e di dignità offesa: lei ha sacrificato notti in discoteca, viaggi di lavoro in posti lontani, cene con gli amici, un giro vita di vespa per dare un figlio alla patria e voi non vi prostrate timorosi e adoranti?
L'ARIA STRAFOTTENTE E I CAPELLI TINTI. Sono le stesse madri che, due anni dopo, trovate in metropolitana mentre occupano due posti, lei e il piccolo, senza prenderlo in braccio anche se sulla carrozza rimangono in piedi tre anziani. Le stesse madri che, nei due anni successivi, lasciano l’auto accesa in mezzo alla strada per accompagnare il bambino proprio davanti al portone della scuola, e che per tutto il suo percorso scolastico tormenteranno gli insegnanti, tutti inequivocabilmente incapaci di riconoscere i segni del disagio in quel figlio che potrebbe fare tanto bene «se adeguatamente stimolato».
La madre di Giovanna con i suoi pigolii di donna vinta, i capelli tinti in casa e l’aria strafottente della ragazzina raccontano certo un’altra realtà, anche sociale.
LA PIAGA DELLA DERESPONSABILIZZAZIONE. Ma il tema è identico. E riguarda il senso di onnipotenza in cui non solo culliamo, ma in cui cresciamo i nostri figli, e di cui noi stessi vorremmo godere attraverso di loro. Un sentimento ancora più pericoloso perché postula la deresponsabilizzazione: «Le persone possono anche sbagliare». No, madre di Giovanna: non “le persone”, figura astratta, generica, appartenabile alle altre categorie sulle quali scarichiamo i nostri fallimenti come “la società”, “la scuola”, “i nostri tempi”, ma “mia figlia”. «Mia figlia ha sbagliato, io ho sbagliato». La società che forma i nostri figli siamo noi. La colpa è nostra.
Domenica, 09 Febbraio 2014
Sempre vigili
martedì 28 gennaio 2014
Forma mentis galeotta...
Gli uomini sono uguali.Non la nascita,ma la virtù fa la differenza. ( Voltaire)
In
un’Italia che fa fatica a sopravvivere,dove la maggior parte della popolazione
annaspa economicamente e la
disoccupazione giovanile supera il 40%, ci sono persone che guadagnano 1,2
milioni al mese e accumulano oltre 20 incarichi ben retribuiti…
Leggo,rifletto
e mi arrabbio…nei confronti di una politica corrotta e collusa...
Tutti sapevano da tempo,a tutti faceva comodo...
Nell'inchiesta "Dirigenti di classe" di un
anno e mezzo fa, oltre ai molteplici incarichi e possibili conflitti di
interesse del presidente Mastrapasqua, emergevano impegni parlamentari per
riformare la governance dell'Inps. Ad oggi non sono ancora mai stati attuati
Un anno
e mezzo fa in una puntata di Report dedicata ai dirigenti pubblici, ci eravamo
occupati anche del Presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua, e quindi dei suoi molteplici incarichi e conflitti
di interesse. Pensando che avere sulle spalle la gestione del più̀ grande ente
previdenziale europeo fosse già di per sé un impegno sufficiente per chiunque.
Anche aldilà delle regole, e per sole ragioni di opportunità. Dato che
Mastrapasqua è anche direttore dell’Ospedale israelitico, ha il suo studio di
commercialista e siede in una ventina di collegi sindacali. Poi è Presidente di
Equitalia e di Idea Fimit, la Sgr di cui l'Inps ha circa il 30%
e dove sono stati conferiti molti immobili di Enpals e Inpdap.
Già dal
nostro pezzo risultava come l'Ospedale Israelitico compensasse i debiti con gli
enti previdenziali coi crediti con la Regione. E gli atti li firmava
Antonio Mastrapasqua, come Direttore dell’ospedale.
Della
questione avevamo chiesto conto sia ai vertici dell'Ospedale Israelitico, che
all'allora Ministro del lavoro, Elsa Fornero, che però non vedeva ragioni
specifiche per chiedere a Mastrapasqua di fare solo il Presidente dell'Inps, e
tantomeno ragioni di conflitto di interesse. Il Ministro però, dopo che la
Camera a maggio 2012 aveva approvato all'unanimità la mozione Moffa
(dell'allora Presidente della Commissione Lavoro) per modificare la governance dell'Inps, aveva a sua
volta istituito una Commissione che a giugno 2012, nella relazione finale,
scriveva che il Presidente Inps dovrebbe avere solo quell'incarico.
Riflessioni,
consulenze, e impegni parlamentari evidentemente finiti - come spesso accade
nel nostro paese - al vento, visto che Mastrapasqua ha conservato tutti i suoi
incarichi. E siccome - come spesso accade nel
nostro paese - bisogna arrivare a un'inchiesta giudiziaria, adesso il
Presidente del Consiglio Letta chiede all'attuale ministro del Lavoro di fare
chiarezza. Ci vorranno altre commissioni, nuove consulenze e esperti al lavoro,
o basterà riesumare le vecchie carte e provvedere rapidamente?
27 gennaio 2014 da: corriere.it
Sempre vigili
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