FRAGOROSO SILENZIO

domenica 16 ottobre 2011

Roma brucia... di chi è la responsabilità?

Non hominibus tantum,sed rebus persona demenda est ( si deve togliere la maschera non solo agli uomini,ma alle cose...)Seneca

Questa era la manifestazione all'inizio...








Questi i protagonisti della violenza...




“Oh! Mi raccomando.. questa volta chi fa i black bloc non fa la polizia. Sceglietevi i ruoli prima.. chi fa la polizia non fa i black bloc” - Corrado Guzzanti - Il Massone



L’obiettivo è stato raggiunto, la manifestazione è fallita, la gente dopo aver tentato di allontanare i violenti,è tornata a casa con l’amaro in bocca.
Così una manifestazione iniziata con le più civili intenzioni,pacifica e colorata, si è trasformata in un incubo per tutti.
La mia domanda è : come mai in questo paese ogni volta che nasce e cresce un movimento, tutto viene distrutto da un manipolo di violenti che non hanno nulla a che vedere con il movimento stesso?
Perché ieri è accaduto questo.
Altra domanda: come è possibile che questo manipoli di violenti sono stati liberi di agire? Le foto pubblicate da diversi giornali e le testimonianze di chi era lì lo dicono,sono stati momenti di ordinaria follia di pochi che liberamente hanno distrutto ciò che volevano.
Così si esprime il sindaco di Roma:
Alemanno, ha evocato l'ipotesi di un raduno nella Capitale del «peggio di tutta Europa». «Erano mesi - ha aggiunto il sindaco - che su internet c'erano appelli per venire tutti a Roma. Infatti la polizia si è preparata, ha fatto tutto il possibile, ma le condizioni sono obiettivamente difficili. Siamo di fronte a molti violenti dentro a una manifestazione di persone pacifiche».
E allora? Come è stato possibile tutto ciò?
In tutto il mondo c’è stata la mobilitazione degli "indignati", in tutte le piazze dell'Occidente, da Manhattan a Londra a Bruxelles, a Berlino, a Parigi, a Madrid, solo a Roma c’è stata la guerriglia...
Ci poniamo qualche domanda?
Io ho le mie idee e me le tengo, ma penso che tanti abbiano le mie stesse titubanze, le mie stesse riflessioni che non piacerebbero ai più...
E meno male che gli studenti della Sapienza con il carro del cinema Palazzo e del teatro La Valle, che erano alla coda del corteo, appena saputo delle violenze sono tornati indietro,loro non avevano a che fare con i violenti...loro volevano farsi ascoltare da una politica assente, facinorosa e provocatoria...come volevano le migliaia di persone arrivate a Roma...
Allora i violenti chi li ha infiltrati nel corteo???????
Sempre vigili



venerdì 14 ottobre 2011

Alle forze dell’ordine...e non del disordine.






Sono una cittadina e una mamma che vorrebbe tornare ad essere orgogliosa del proprio paese, delle sue istituzioni, dei suoi rappresentanti, per questo mi rivolgo a voi, a voi che domani sarete lungo le strade, nelle piazze gomito a gomito con tanti giovani “ribelli”...I nostri figli.
Allora vi dico...
I nostri e i vostri figli... non hanno bisogno di manganellate, di arresti o di denunce,hanno bisogno di ricostruire un mondo dove si possano riconoscere protagonisti, una società giusta, non dominata da disuguaglianze offensive e denigratorie,un futuro appetibile. Questo chiedono. Chiedono di poter vivere dignitosamente. E lo fanno come sanno farlo, urlando, cantando, ballando, non picchiando. Non hanno bisogno di oltraggiosi politici che scuotono la testa mentre loro parlano,che li offendono con i comportamenti, le parole e i gesti,che provocano la loro reazione,questa sì che è violenza ...una violenza sottile, anche se palese, che non fa bene al paese, che non depone a favore di una ricostruzione civile...
Il mio è un appello al buon senso,alla comprensione, alla non provocazione,alla condivisione...Domani i “draghi” ribelli, gli indignati, o come volete chiamarli, scenderanno di nuovo in piazza, manifesteranno contro il potere finanziario che ormai domina , governa, gestisce le nostre vite. Saranno spalleggiati dalla società civile, dai genitori, dai lavoratori che continuano ad essere spogliati dell’unica cosa che li rende uomini liberi...” il lavoro”. Tutti contro un debito non creato dai cittadini ma da una politica dissennata che si è appropriata anche del bene comune, che di comune non ha più nulla visto che la ricchezza di questo paese è in mano a pochissime persone che continuano a non pagare. E’ vero che le responsabilità non sono solo della politica ma anche della società civile, che la corruzione inizia dal basso,ma i tanti soldi che mancano all’appello non sono stati spesi per la scuola, la ricerca e l’Università o per la sanità pubblica bensì per soddisfare i loschi bisogni di pochi. Pagare le poltrone,i viaggi, i privilegi,mantenere le tante caste ci ha portato allo sfacelo e i giovani, visto che non beneficiano di nulla, sono decisi a non pagare questo debito. Sono giorni che leggiamo dei preparativi delle forze dell’ordine per domani, si temono scontri, facinorosi e violenti...ma dobbiamo essere onesti, le violenze spesso non sono partite dai giovani, se mai sono state delle risposte ad altre violenze, sempre deprecabili, sempre da condannare... ma Sabato si rifletta e si operi con professionalità e buone procedure. Oggi non abbiamo bisogno di scontri, abbiamo bisogno di buone pratiche politiche e non che ci consentano di “ripartire” come paese, abbiamo bisogno di un confronto costruttivo con i giovani che sono portatori di novità e idee, abbiamo bisogno della loro genialità. Lamentano di non avere futuro e questa purtroppo è una verità non discutibile, oggettiva, ma sono sicura che il futuro sia stato rubato anche ai figli delle forze dell’ordine, anche a loro si prospetta un futuro buio senza prospettive...
Così quando vi troverete di fronte ad un ragazzo, una ragazza, pensate che potrebbe essere vostro figlio, quando vi troverete di fronte ad un uomo arrabbiato perché non ha più uno stipendio da portare a casa pensate a vostro fratello, vostro zio, un vostro amico... e il manganello non usatelo, usate parole,parole significative, incoraggianti!!!!!!!!!!!!
Schieratevi dalla parte dei cittadini perché voi siete cittadini e insieme ridisegneremo uno stato che oggi così com’è sta devastando anche voi obbligandovi a lavorare in condizioni spesso impossibili...
Sempre vigili




mercoledì 12 ottobre 2011

I draghi ribelli...Ora non ci resta che seguirli...

I “draghi ribelli” …




Roma



Bologna



Padova






Ecco il testo della lettera che il 12 ottobre alle 16 i Draghi Ribelli porteranno al presidente della Repubblica a Bankitalia a Roma.#occupiamobankitalia
WEDNESDAY, 12 OCTOBER 2011 11:14 DRAGHI RIBELLI



Caro Presidente Napolitano, nel nostro paese non si fa altro che parlare di giovani. Lei lo ha fatto spesso. Ultimamente lo ha fatto anche il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, a breve presidente della Banca centrale europea.

La questione generazionale è semplice: c’è una generazione esclusa dai diritti e dal benessere, che oggi campa grazie al welfare familiare, e sulla quale si sta scaricando tutto il peso della crisi. La questione non si risolve togliendo i diritti a chi li aveva conquistati, i genitori, ma riconoscendo diritti a chi non li ha, i figli, e per far questo ci vogliono risorse, altrimenti le parole girano a vuoto.

Ora ci chiediamo, e chiediamo anche a Lei Presidente, come è possibile invertire la tendenza e promuovere delle politiche pubbliche a sostegno delle giovani generazioni prendendo sul serio le letterine estive di Trichet e Draghi? Come è possibile farlo se il pareggio di bilancio diventa regola aurea, da inserire, addirittura, all’interno della carta costituzionale di cui Lei è garante?


Caro Presidente, garantire e difendere la Costituzione oggi, vuol dire rifiutarsi di pagare il debito, così come consigliano diversi premi Nobel per l’economia; vuol dire partire dai ventisette milioni di italiani che hanno votato ai referendum contro le privatizzazioni e in difesa dell’acqua bene comune; vuol dire partire dalle mobilitazioni giovanili e studentesche che da diversi anni, inascoltate e respinte, hanno preteso di cambiare dal basso la scuola e l’università, chiedendo risorse e democrazia; vuol dire partire dalla domanda diffusa nel Paese di un nuovo sistema di garanzie, che tenga conto delle differenze generazionali, ma che, soprattutto, non metta le generazioni l’una contro l’altra: così, in primo luogo, si tiene unita l’Italia!

Sarebbe un atto di semplice giustizia fare in modo che non siano sempre gli stessi a pagare questa crisi. Siano, piuttosto, coloro che l’hanno prodotta a pagare, attraverso una tassazione delle rendite finanziarie, delle transazioni, dei patrimoni mobiliari e immobiliari. Le risorse ci sono, si trovano nel mondo della finanza che sta cancellando la democrazia: è lì che vanno reperite per distribuirle equamente.

Con troppa solerzia, caro Presidente, l’abbiamo vista affidarsi alle indicazioni di Trichet e Draghi. Questo non significa unire l’Italia e neanche sostenere le giovani generazioni. Bisognerebbe avere il coraggio, dopo il disastro del ventennio berlusconiano e della seconda Repubblica, di costruirne una terza di Repubblica, fondata sui beni comuni e non sugli interessi privati. È giunto il momento di scegliere da che parte stare, dalla parte della rendita o da quella della vita. La invitiamo a riflettere, perché questa generazione tradita non si arrenderà alla rassegnazione, ma da Tunisi a New York ha imparato ad alzare la testa.


Draghiribelli – #occupiamobancaditalia
Da: http://www.unicommon.org/


Vogliamo ancora far finta di nulla??????????



Sempre vigili

venerdì 7 ottobre 2011

"Stay hungry, stay foolish"





Roma...Milano...oggi!
"Stay hungry, stay foolish"
E i giovani lo sono...
Sono questi pericolosi sciacalli affamati che non lo vogliono capire...anche perché i loro figli non hanno bisogno né di essere affamati né folli...anche perché, senza offesa, non ne sono capaci...
I nostri invece sono affamati di cultura, di lavoro, di progettualità, di vita!!!!!!!!! E sono folli perché hanno deciso di lottare nel loro paese per migliorarlo,per ripulirlo da politici corrotti e incapaci,per guarirlo da questo male incurabile che continua a rubare il futuro di ognuno...
E intanto si va verso il 15 ottobre...

ROMA - È iniziata con un suono di sveglie, non per alzarsi e andare a scuola, ma per "svegliare" il governo sulla scuola. All'alba, davanti a palazzo Chigi, con un rumoroso blitz di sveglie, gli studenti hanno dato il via alla giornata di manifestazioni che li vedranno sfilare in più di 90 piazze d'Italia. Momenti di tensione durante il corteo: i ragazzi, partiti da Piramide e diretti al Miur, hanno deviato il percorso e sono stati bloccati dalle forze dell'ordine. Dopo una trattativa con la polizia, sono tornati al percorso originario. Lancio di uova e vernice a Milano.
Così racconta la giornata di protesta degli studenti Repubblica.it...
La stagione delle proteste si apre così, a dispetto del “Go Pussy” che impersevera nei titoli dei giornali esteri questa mattina...in riferimento alle scempiaggini che farfuglia il nostro premier. Vergogna!!!!!!!!!!!
Le famiglie soffrono, i giovani urlano, gli anziani deprecano e questi sciacalli continuano a voler continuare...
A quando veramente la sveglia??????????????
Sempre vigili

mercoledì 5 ottobre 2011

I nostri politici,personaggi grotteschi ...





Da Repubblica.it di oggi...
Intercettazioni, passa "l'udienza filtro"
Rottura col Terzo Polo, via la Bongiorno
I post it dei lettori - guarda e manda
Il pm Cavallone: fondamentali contro l'omertà
Aula respinge pregiudiziali costituzionalità. Nel comitato dei nove parere favorevole all'emendamento per lo stop alla pubblicazione fino all'udienza preliminare. L'esponente di Fli si dimette da relatrice. Paniz (Pdl) rilancia l'idea del carcere per i giornalisti "da 15 giorni a un anno"

Pare che ci sia un accordo salva blog...vedere per credere!!!!!!!!!!!!

La protesta di Wikipedia...
Cara lettrice, caro lettore,
in queste ore Wikipedia in lingua italiana rischia di non poter più continuare a fornire quel servizio che nel corso degli anni ti è stato utile e che adesso, come al solito, stavi cercando. La pagina che volevi leggere esiste ed è solo nascosta, ma c'è il rischio che fra poco si sia costretti a cancellarla davvero.
Negli ultimi 10 anni, Wikipedia è entrata a far parte delle abitudini di milioni di utenti della Rete in cerca di un sapere neutrale, gratuito e soprattutto libero. Una nuova e immensa enciclopedia multilingue e gratuita.
Oggi, purtroppo, i pilastri di questo progetto — neutralità, libertà e verificabilità dei suoi contenuti — rischiano di essere fortemente compromessi dal comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni.
Tale proposta di riforma legislativa, che il Parlamento italiano sta discutendo in questi giorni, prevede, tra le altre cose, anche l'obbligo per tutti i siti web di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine.
Purtroppo, la valutazione della "lesività" di detti contenuti non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all'opinione del soggetto che si presume danneggiato.
Quindi, in base al comma 29, chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto — indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive — di chiedere l'introduzione di una "rettifica", volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti.
In questi anni, gli utenti di Wikipedia (ricordiamo ancora una volta che Wikipedia non ha una redazione) sono sempre stati disponibili a discutere e nel caso a correggere, ove verificato in base a fonti terze, ogni contenuto ritenuto lesivo del buon nome di chicchessia; tutto ciò senza che venissero mai meno le prerogative di neutralità e indipendenza del Progetto. Nei rarissimi casi in cui non è stato possibile trovare una soluzione, l'intera pagina è stata rimossa.
L'obbligo di pubblicare fra i nostri contenuti le smentite previste dal comma 29, senza poter addirittura entrare nel merito delle stesse e a prescindere da qualsiasi verifica, costituisce per Wikipedia una inaccettabile limitazione della propria libertà e indipendenza: tale limitazione snatura i principi alla base dell'Enciclopedia libera e ne paralizza la modalità orizzontale di accesso e contributo, ponendo di fatto fine alla sua esistenza come l'abbiamo conosciuta fino a oggi.
Sia ben chiaro: nessuno di noi vuole mettere in discussione le tutele poste a salvaguardia della reputazione, dell'onore e dell'immagine di ognuno. Si ricorda, tuttavia, che ogni cittadino italiano è già tutelato in tal senso dall'articolo 595 del codice penale, che punisce il reato di diffamazione.
Con questo comunicato, vogliamo mettere in guardia i lettori dai rischi che discendono dal lasciare all'arbitrio dei singoli la tutela della propria immagine e del proprio decoro invadendo la sfera di legittimi interessi altrui. In tali condizioni, gli utenti della Rete sarebbero indotti a smettere di occuparsi di determinati argomenti o personaggi, anche solo per "non avere problemi".
Vogliamo poter continuare a mantenere un'enciclopedia libera e aperta a tutti. La nostra voce è anche la tua voce: Wikipedia è già neutrale, perché neutralizzarla?
Gli utenti di Wikipedia


Ci bloccherete anche i Bar, le palestre,i circoli ricreativi,le feste di paese, ogni forma di aggregazione dove le persone si confrontano e discutono???????????
Le chiese le lasciate libere???????????


L’elezione der presidente
Un giorno tutti quanti l’animali
sottomessi ar lavoro
decisero d’elegge un Presidente
che je guardasse l’interessi loro.
C’era la Società de li Majali,
la Società der Toro,
er Circolo der Basto e de la Soma,
la Lega indipendente
fra li Somari residenti a Roma;
e poi la Fratellanza
de li Gatti soriani, de li Cani,
de li Cavalli senza vetturini,
la Lega fra le Vacche, Bovi e affini…
Tutti pijorno parte all’adunanza.
Un Somarello, che pe’ l’ambizzione
de fasse elegge s’era messo addosso
la pelle d’un leone,
disse: - Bestie elettore, io so’ commosso:
la civirtà, la libbertà, er progresso…
ecco er vero programma che ciò io,
ch’è l’istesso der popolo! Per cui
voterete compatti er nome mio. -
Defatti venne eletto proprio lui.
Er Somaro, contento, fece un rajo,
e allora solo er popolo bestione
s’accorse de lo sbajo
d’avé pijato un ciuccio p’un leone!
-Miffarolo! - Imbrojone! - Buvattaro!
-Ho pijato possesso:
-disse allora er Somaro - e nu’ la pianto
nemmanco se morite d’accidente.
Peggio pe’ voi che me ciavete messo!
Silenzio! e rispettate er Presidente!


Sempre vigili


mercoledì 28 settembre 2011

Lezione dai giovani....






Leggo e pubblico...


«Cari Presidi, colpa vostra
se l'Italia è un paese per escort»
di Collettivo Studenti Pontedera


* Studenti del collettivo Scuole superiori di Pontedera (Pisa)
(la lettera è uscita oggi sulle pagine toscane de l'Unità)

Cari Presidi

scriviamo da una terra lontana, parole che forse non siete più in grado di capire. Siamo gli studenti del collettivo delle scuole superiori di Pontedera, cinque scuole superiori, quasi cinquemila alunni. Insieme, in questo collettivo, dopo un anno di proteste condivise, dopo nove giorni di occupazione condotti senza far danni, facendo proposte, incontrando esperti, assessori, senatori, gruppi musicali. Siamo ancora insieme dopo una fiaccolata per festeggiare insieme l’Unità d’Italia e ancora insieme dopo un concerto di fine anno in difesa della scuola pubblica. Insieme, noi studenti, qualche professore, qualche genitore, qualche operaio della Piaggio, qualche amministratore e poco altro. Insieme a discutere, a fare politica, a impegnarci come in una fortezza, ultimo baluardo prima della deriva, ultimo baluardo che crede ancora nella scuola pubblica che difende ancora la cultura e la bellezza, quella vera, quella che ci guida per il domani e non quella inutile e triste di una escort. Ultimo baluardo di un paese alla deriva che non crede più nella solidarietà ma che diventa ogni giorno più solo e più cattivo. Noi siamo qui. Ancora a ritrovarci, ancora a guardarci negli occhi ancora a parlare, ancora.

E voi? Voi dove eravate quando a poco a poco la scuola, e con essa il futuro di un intero paese, veniva scippata, derubata, quando a poco a poco tagliavano i bilanci, le ore, i professori, i banchi, la carta, le iniziative? Voi dove eravate mentre a poco a poco aumentavano le spese militari, le spese per la politica, le spese per le scuole private, per i privilegi, per le caste? Voi dove eravate quando si precarizzava il lavoro nel nome del libero mercato e della concorrenza, quando i vostri diplomati non sapevano dove sbattere la testa per trovare un lavoro? Voi dove eravate quando la cultura, che noi difendiamo era calpestata, derisa, ridicolizzata da grandi fratelli e idiozie televisive, quando l’informazione si faceva sempre di più disinformazione di regime?

Forse dietro scrivanie ad applicare circolari contraddittorie e inapplicabili, contrarie al buon senso, contrarie a chi vuol difendere il diritto di una scuola pubblica di tutti e per tutti. Forse a dire che la legge è legge, che va applicata! Probabilmente dissero così anche i Presidi quando nel 1938 furono emanate le leggi razziali, forse dissero così, sicuramente dissero così.

La Vostra generazione ci consegna un paese sull’orlo di un abisso economico, pieno di privilegi e di marciume, una mignottocrazia dove la cultura, quella che noi vogliamo difendere, ha meno valore di un calciatore panchinaro del Frosinone o di una velina semiscoperta di un programma in tarda serata.

Ci dispiace ma non accettiamo le Vostre lezioni su come protestare, se Voi aveste saputo farlo a quest’ora non saremmo qui, a quest’ora avremmo un altro tipo di scuola. Ci dispiace ma la Vostra lotta, se lotta c’è stata, è fallita, le Vostre parole ormai sono vuote, forse inutili, smentite dai fatti, rinnegate dalla storia.

Forse occuperemo, forse metteremo in atto altre forme di protesta o forse non faremo niente, ma non saranno le Vostre parole a dirci come fare. Incontriamoci, guardiamoci negli occhi, perché così bisogna fare, costruiamo insieme, senza ruoli. Ma niente lezioni e niente moralismi, per favore, la scuola non ne ha bisogno.


C'è bisogno di commento?

Sempre vigili

sabato 17 settembre 2011

Solo vizi e niente virtù...






“Estremamente breve e travagliata è la vita di coloro che dimenticano il passato,trascurano il presente,temono il futuro: giunti al momento estremo,tardi comprendono di essere stati occupati tanto tempo senza concludere nulla” Seneca



Per alcuni è un paese di m..., per altri non è un paese normale,per altri ancora è il paese delle anomalie...per me è un paese dall’orgoglio, ferito, offeso, anestetizzato dalle attraenti ma false promesse, dalle bugie, dalle parole intriganti,seducenti dei politici rampanti, un paese da salvare.
Un paese dalla credibilità compromessa che fatica a far sentire la propria voce, la propria forza del diritto e dell’amor proprio.
Un paese infantile che si fa gioco delle regole, che ancora permette ad una classe dirigente ipocrita e maleodorante di alzare la voce e di mostrare indegnamente la propria incapacità politica al mondo intero. Un paese dove c’è posto per faccendieri e truffatori e non per i cittadini onesti e lavoratori,dove ogni viltà è scusata alla faccia del buon gusto,dove chi ci governa è una presenza imbarazzante.
Un paese che non riconosce la drammaticità della situazione economica, sociale, culturale,dove i giovani sono quotidianamente traditi da una società legalitaria e sfacciata nel suo imporre regole non condivise, scritte da una generazione “adulta” che non intende abbandonare il palcoscenico,convinta di essere la sola in grado di gestire, di condurre la barca. La barca però è in un mare in tempesta e occorre forza, creatività, genialità e ingegno per individuare la rotta giusta...E’ la generazione degli anni del benessere,ma ormai è la generazione dei capelli tinti, delle dentiere,del viagra, delle perversioni antiche. Occorre liberarsene, occorre fare posto ad una vera politica, ad una classe dirigente in grado di lavorare seriamente con impegno e dedizione, non a tempo perso...perchè questo è il mio paese e non è tempo di requiem...è il tempo di dare i primi posti non più agli arroganti,agli incapaci, ai cattivi maestri,che ci hanno portato alla deriva aggrappandosi alle poltrone con i legacci e creando un sistema corrotto e irresponsabile, trasversale e pervasivo...ai partiti, sindacati,enti ....
Abbiamo bisogno della gioventù operosa e generosa di idee che vede oltre,aldilà dell’oggi in grado di progettare un futuro migliore per tutti...dove si possa comprare una casa,avere figli, avere degli ospiti, preparare un pasto decente e dormire tranquilli...
Sempre vigili

Violente cariche contro studenti e precari mentre contestavano la manovra sotto Montecitorio.
THURSDAY, 15 SEPTEMBER 2011 16:26 UNICOMMON
Contro questa manovra verso la rivolta europea del 15 ottobre: le nostre vite non sono in debito! Ieri pomeriggio ancora una volta precari, studenti, disoccupati, occupanti di case hanno assediato il Palazzo mentre dentro veniva approvata una manovra ingiusta e marcatamente di classe, e che prova a sferrare, con l'articolo 8, un colpo alla democrazia sostanziale in questo paese generalizzando il modello Marchionne e finendo di smantellare il welfare state. Se non si vogliono cambiare le regole del gioco che ha portato alla crisi, ne toccare privilegi, transizioni e rendite d'altronde i soldi da qualche parte andranno presi!

Un Palazzo sordo alle richieste della piazza e alla sofferenza di milioni di persone in questo paese che già hanno pagato cara la crisi, e che vengono ulteriolmente impoveriti dalla manovra. Ancora una volta ieri è esplosa la rabbia in piazza con un lancio fitto di uova, vernice, fumogeni, petardi, monetine (come contributo di "solidarietà dei precari") al grido di "noi la crisi non la paghiamo" e "dimissioni", che ha avuto come risposta una violenta carica della polizia che provocato anche diversi feriti.
Se la piazza di ieri è stata un gesto dovuto di indignazione e rabbia ancora non basta: di fronte al bivio a cui siamo tra costruire e praticare l'alternativa qui e subito e un modello sempre più liberista guidato da una governance capitalista sempre più autoritaria, dobbiamo costruire un movimento largo e che sappia riempire le piazze e bloccare il paese, che non si accontenti della testimonianza e delle liturgie protestatarie, ma che mobiliti milioni di persone su una questione semplice: non vogliamo pagare noi il disastro di banchieri e finanzieri, se il gioco della finanza globale non funziona più, cambiamo le regole!