Questa mattina, su Repubblica, c’è un bellissimo articolo di Scalfari che con grande maestria racconta come Benigni, per 40 minuti, è riuscito a tenere insieme milioni di italiani ad ascoltare la storia del nostro Risorgimento al grido “italiani svegliatevi”!!!!!!
Chissà se passata l’emozione per il comico più amato in Italia,passate le risate, il popolo italiano ha capito che non c’è più niente da ridere e che nel nostro paese,lentamente, è stato ripristinato lo Statuto Albertino ed in particolare gli: Art. 4. - La persona del Re è sacra ed inviolabile. E, con qualche modifica ..l’ Art. 6. - Il Re nomina a tutte le cariche dello Stato; e fa i decreti e regolamenti necessari per l'esecuzione delle leggi, senza
sospenderne l'osservanza, o dispensarne. E’ chiaro che quando il capo del governo è “sacro” e “inviolabile” se la magistratura osa incriminarlo commette grave errore e sacrilegio…
Ha fatto bene Benigni a ricordare Mameli, Pisacane e tanti altri giovani al seguito di Garibaldi,ha fatto bene a scuotere le coscienze di chi mostra di averla smarrita…
Dovremmo più spesso ricordare le parole del nostro Inno…
“Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l'ora suonò.”
Dovremmo più spesso ricordare i nostri personaggi stimati e ricordati in tutto il mondo…
Così scriveva Mazzini….
“La Patria è una comunione di liberi e d'eguali affratellati in concordia di lavori verso un unico fine. Voi dovete farla e mantenerla tale. La Patria non è un aggregato, è una associazione. Non v'è dunque veramente Patria senza un diritto uniforme. Non v'è Patria dove l'uniformità di quel Diritto è violata dall'esistenza di caste, di privilegi, d' ineguaglianze - dove l'attività d'una porzione delle forze e facoltà individuali è cancellata o assopita - dove non è principio comune accettato, riconosciuto, sviluppato da tutti: vi è non Nazione, non popolo, ma moltitudine, agglomerazione fortuita di uomini che le circostanze riunirono, che circostanze diverse separeranno. In nome del vostro amore alla Patria, voi combatterete senza tregua l'esistenza d'ogni privilegio, d'ogni ineguaglianza sul suolo che v'ha dato vita. Un solo privilegio è legittimo: il privilegio del Genio quando il Genio si mostri affratellato con la Virtù; ma è privilegio concesso da Dio e non dagli uomini - e quando voi lo riconoscete seguendone le ispirazioni, lo riconoscete liberamente, esercitando la vostra ragione, la vostra scelta. Qualunque privilegio pretende sottomissione da voi in virtù della forza, d'eredità, d'un diritto che non sia diritto comune, è usurpazione, è tirannide; e voi dovete combatterla e spegnerla. La Patria deve essere il vostro Tempio. Dio al vertice, un popolo d'eguali alla base non abbiate altra formula, altra Legge morale, se non volete disonorare la Patria e voi.
Le leggi secondarie che devono via via regolare la vostra vita siano l'applicazione progressiva di quella Legge suprema.
E perché lo siano, è necessario che tutti contribuiscano a farle. Le leggi fatte da una sola frazione di cittadini non possono, per natura di cose e d'uomini, riflettere che il pensiero, le aspirazioni, i desideri di quella frazione : rappresentano, non la Patria, ma un terzo, un quarto, una classe, una zona della Patria. La legge deve esprimere l'aspirazione generale, promuovere l'utile di tutti, rispondere a un battito del cuore della Nazione. La Nazione intera deve esser dunque, direttamente o indirettamente, legislatrice. Cedendo a pochi uomini quella missione, voi sostituite l'egoismo d' una classe alla Patria ch'è l'unione di tutte.
La Patria non è un territorio; il territorio non ne è che la base. La Patria è l'idea che sorge su quello; è il pensiero d'amore, il senso di comunione che stringe in uno tutti i figli di quel territorio. Finché uno solo tra i vostri fratelli non è rappresentato dal proprio voto nello sviluppo della vita nazionale - finché uno solo vegeta ineducato fra gli educati - finché uno solo, capace e voglioso di lavoro, langue, per mancanza di lavoro, nella miseria - voi non avrete la Patria come dovreste averla, la Patria di tutti, la Patria per tutti. Il voto, l'educazione, il lavoro sono le tre colonne fondamentali della Nazione; non abbiate posa finché non siano per opera vostra solidamente innalzate.
E quando lo saranno - quando avrete assicurato a voi tutti il pane del corpo e quello dell'anima….
La politica della Patria sarà fondata per opera vostra sull'adorazione ai principii, non sull'idolatria dell'Interesse o dell'Opportunità.”
Da: “Dei doveri dell’uomo” di Giuseppe Mazzini
Doveri verso la Patria.
Non dimentichiamo…
Sempre vigili